“Nessun artificio contabile per eludere lo sforamento del patto di stabilità a Porto Empedocle”: la Corte dei Conti assolve il sindaco Firetto.
Secondo la Corte dei Conti di Sicilia, il già sindaco di Porto Empedocle, Calogero Firetto, il già dirigente del settore finanze del Comune empedoclino, Salvatore Alesci, e il già segretario del Municipio di via Roma, Pietro Rizzo, non avrebbero truccato i bilanci del 2013 e del 2014, imputando poste di bilancio non correttamente, al fine di nascondere la violazione del patto di stabilità. I giudici contabili non sono intervenuti nel merito dei precedenti anni 2011 e 2012 allorchè ricorre la prescrizione. Invece, secondo la Procura della Repubblica, gli amministratori sarebbero responsabili penalmente di avere con artifizi contabili occultato lo sforamento del patto di stabilità tra il 2011 e il 2014, tanto che, come annunciato dallo stesso Firetto lo scorso 20 settembre, le sostitute procuratore di Agrigento, Simona Faga e Chiara Bisso, titolari dell’inchiesta coordinata dal procuratore Luigi Patronaggio e dall’aggiunto Salvatore Vella, hanno notificato un avviso di garanzia allo stesso Firetto, al dirigente Alesci ed ai componenti dei collegi dei revisori dei conti, Carmelo Presti, Francesco Coppa, Ennio Saeva, Ezio Veneziano, Rosetta Prato ed Enrico Fiannaca, in carica durante il periodo di contestazione dell’ipotesi di reato, ovvero false attestazioni sul patto di stabilità del Comune di Porto Empedocle. Ebbene, adesso che la Corte dei Conti ha escluso irregolarità nell’allestimento dei bilanci sotto indagine, è legittimo ipotizzare che anche la Procura di Agrigento, qualora dovesse condividere il verdetto dei giudici contabili, archivierà l’indagine penale già superata dall’esito dell’accertamento contabile. Peraltro, lo scorso 23 luglio la Corte dei Conti di Sicilia ha assolto ancora Firetto e Alesci dalla contestazione di danno all’Erario al Comune di Porto Empedocle allorchè, secondo la Procura della Corte dei Conti, 3 milioni e 900mila euro, chiesti dall’amministrazione empedoclina alla Cassa depositi e prestiti per liquidare i debiti di bilancio, sarebbero stati invece spesi per la spesa corrente, provocando poi – così si è ritenuto – il dissesto finanziario della cassa di via Roma. A seguito dell’appena intervenuta sentenza assolutoria ad opera della Corte dei Conti, il sindaco Firetto commenta: “Ero sereno e adesso questa conferma mi solleva ulteriormente perché mi consente di condividere con tutti la correttezza delle mie scelte. L’azione della Procura della Corte dei Conti era doverosa e ha permesso di chiarire molti aspetti su cui l’opinione pubblica era stata strumentalmente indotta ad una errata percezione dei fatti precedenti il dissesto”.