Alla Procura di Agrigento trasferita un’inchiesta intrapresa a Ragusa che ha svelato un business di diplomi di maturità a pagamento. I dettagli.
La Guardia di Finanza del Comando provinciale di Ragusa ha concluso un’inchiesta, cosiddetta “Diplomat”, contro una presunta associazione a delinquere finalizzata al conseguimento di diplomi di maturità facilitati dietro pagamento di somme di denaro. In particolare 3.500 euro a studente camuffati come “retta di partecipazione”. Le indagini, intraprese nel 2014, sono ruotate intorno ad un centro di istruzione privato, gestito da due coniugi, con sede a Ispica in provincia di Ragusa e a Rosolini in provincia di Siracusa. Gli stessi marito e moglie, entrambi dipendenti pubblici, per occuparsi del centro di istruzione si sarebbero spesso assentati dal posto di lavoro grazie alla compiacenza di medici che hanno firmato certificati per patologie inesistenti. Intercettazioni ambientali, telefoniche e telematiche, e servizi di appostamento, pedinamento e osservazione, hanno svelato che gli studenti coinvolti sono stati solo formalmente iscritti negli istituti paritari di Acireale in provincia di Catania, e di Licata e Canicattì in provincia di Agrigento, e si sono recati a scuola solo per la simulazione delle prove didattiche. Agli esami di maturità si sono presentati circa 100 studenti all’anno e, grazie a docenti compiacenti, sono stati più che agevolati nel superamento degli esami sia scritti che orali, tramite la concessione, tra l’altro, dell’uso del telefono cellulare e delle classiche “cartucciere”. Addirittura, nel corso dell’esame scritto di italiano, i titoli dei temi sono stati sviluppati da un pool di professori, opportunamente organizzato per la circostanza. E poi i temi sono stati distribuiti agli studenti con una e-mail oppure dai docenti interni. E per le prove scritte delle altre materie, gli studenti hanno ricevuto in sede di esame fogli con le soluzioni già indicate. È stato inoltre accertato che nessuno degli alunni ha mai sostenuto interrogazioni orali, contrariamente a quanto risulta dai registri scolastici. Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati carteggi scolastici falsi, documenti extracontabili sugli incassi, denaro contante e titoli di credito per 511.000 euro, ritenuti essere il provento delle attività delittuose. La presunta associazione a delinquere, a lavoro sin dal 2007, avrebbe conseguito nel corso degli anni circa 2.100.000 euro di introiti illeciti eludendo fiscalmente le imposte dirette per 1.400.000 euro, l’iva, l’imposta sul valore aggiunto, per 215.000 euro, e l’irap, l’imposta regionale sulle attività produttive, per 1.120.000 euro. Complessivamente sono state denunciate all’Autorità Giudiziaria 80 persone di cui, oltre agli organizzatori, una settantina tra presidi, professori e personale di segreteria operanti tra Ispica, Rosolini, Licata, Canicattì e Acireale, per reati di truffa, falso, abuso di ufficio e rivelazione di segreti di ufficio. L’inchiesta “Diplomat” è stata trasferita successivamente alla Procura della Repubblica di Agrigento per competenza territoriale. E l’ufficio inquirente diretto da Luigi Patronaggio ha sequestrato ingenti somme di denaro a fine probatorio e 22 diplomi di scuola media superiore irregolarmente conseguiti nell’anno scolastico 2014/2015 da altrettanti soggetti.