Nell’ambito dell’inchiesta in corso sul caso “Diciotti”, attualmente in istruttoria al Tribunale dei ministri di Palermo, sarebbe emerso che nessuno ordine formale è stato impartito per il blocco della nave Diciotti e per lo sbarco, dopo dieci giorni, dei migranti soccorsi ad agosto nelle acque di Malta. Dunque, la ricostruzione della ‘catena di comando’ si è imbattuta sul problema dell’omissione: nessuno avrebbe bloccato con disposizioni formali la nave militare. E nessuno avrebbe indicato il porto di Catania come luogo di sbarco. Secondo l’orientamento del Procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, ciò non significa che non sia possibile risalire alle responsabilità anche gerarchiche di un ordine illegittimo per quanto non impartito nelle forme dovute oppure soltanto adombrato. Ecco perché Patronaggio ha chiesto al tribunale dei ministri, presieduto da Fabio Pilato, di ascoltare tutti i soggetti riconducibili alla ‘catena di comando, compreso il comandante della Diciotti, il capitano Massimo Kothmeir. Tra la Diciotti, i comandi della Guardia costiera e il ministero dell’Interno vi sarebbero stati solo contatti e scambi di informazioni generiche.