Carabinieri e Procura di Palermo arrestano sette persone tra cui tre donne: sarebbero i responsabili della brutale aggressione razzista a Ferragosto a Partinico.
A Ferragosto, a cavallo tra il 14 e il 15 agosto, in provincia di Palermo, tra Partinico e Trappeto, una operatrice in servizio in un centro d’accoglienza per migranti a Partinico si è precipitata in spiaggia, a bordo di un pulmino, per soccorrere sei minorenni originari del Gambia, aggrediti e insultati. Prima gli hanno chiesto, come pretesto: “Tutto a posto?”. E poi, quando loro hanno risposto “sì”, sorridenti, si è scatenato l’assalto. Uno degli aggressori, impugnando una pistola, gli avrebbe urlato: “Neri di me… dovete morire entro stasera. Vi ammazziamo tutti, falli scendere che te li riporti in comunità tutti morti”. Poi, ancora gli aggressori, tra cui tre donne, e una di loro con un bambino in braccio, avrebbero gridato: “Che ca… ridete? Voi venite qua nel nostro territorio, perché non andate in Africa?”. E poi li hanno picchiati, calci e pugni, e non solo: anche lanci di pietre, colpi di mazze da baseball e di spranghe. Le prognosi per i ragazzi aggrediti e per la operatrice sono state dai 5 ai 20 giorni. Adesso i Carabinieri della Compagnia di Partinico e la Procura della Repubblica di Palermo, tramite la procuratore aggiunto Marzia Sabella e la sostituto Giorgia Spiri, hanno trasferito in carcere un’intera famiglia. Antonino Rossello, indagato anche di avere violato la sorveglianza speciale a cui è sottoposto, poi Roberto Vitale e il fratello Salvatore, e poi Emanuele Spitaleri. Altri tre sono ristretti ai domiciliari, e si tratta di Valentina Mattina, moglie di Spitaleri e sorellastra dei Vitale, Giacomo Vitale, padre di Roberto e Salvatore, e Rosa Inverga, moglie di Giacomo Vitale. Ed un’altra donna, Maria Cristina Schirò, è indagata a piede libero. Gli otto, a vario titolo, risponderanno ai magistrati di violenza privata e lesioni con l’aggravante dell’odio razziale. Le indagini sono state immediate ed efficaci: i Carabinieri hanno ascoltato quattro testimoni, hanno compiuto delle perquisizioni e poi hanno visionato le immagini registrate da alcune telecamere di video-sorveglianza. I sei ragazzini sono saliti sul pulmino guidato dalla operatrice, sono stati inseguiti, tamponati e poi accerchiati da almeno quattro automobili. E sono stati costretti a scendere giù nonostante il tentativo di pacificazione della operatrice. Le donne indagate avrebbero lanciato pietre, e gli uomini li hanno pestati. E il giudice per le indagini preliminari del Tribunale, Walter Turturici, che ha firmato le ordinanze cautelari, scrive: “E’ stata una prolungata e selvaggia aggressione dettata da abiette finalità di discriminazione razziale”. L’inchiesta non è conclusa, perché la sera di Ferragosto, come confermato dai testimoni, almeno 25 persone hanno più o meno partecipato a quanto accaduto.