Corsa contro il tempo per la spesa dei fondi europei in Sicilia: 700 milioni di euro per strade e ferrovie entro il 31 dicembre. Il rapporto Svimez per il 2018: i dettagli.
A Palermo si è riunito il tavolo Stato-Regione. All’ordine del giorno lo stato di salute della spesa dei fondi europei in Sicilia. Presente il presidente della Regione, Nello Musumeci. Assente la ministro per il Sud, Barbara Lezzi. A distanza però la Barbara dei 5 Stelle apprezza lo sforzo corrente in Sicilia ad utilizzare i soldi a disposizione. Il disimpegno delle risorse finanziarie europee a causa della mancanza di progetti per spenderle sarebbe un atto criminale perché la condizione della Sicilia è disastrosa. Lo Svimez, che è l’Istituto di ricerca sul Mezzogiorno, ha appena pubblicato il rapporto 2018, che conferma l’Italia a due velocità, Nord e Sud. Non è una novità ma risale almeno al 1870, dalla breccia di Porta Pia in poi. Invece la novità del 2018, secondo lo Svimez, è che il Sud rischia sì di affondare ma la Sicilia è colata già a picco. Insieme al Molise la Trinacria è la Regione che cresce meno. Pensate che nel 2017 Campania, Calabria e Sardegna sono cresciute del 2%, e la Sicilia dello 0,4%. E poi negli ultimi 16 anni, dal 2004 in poi, hanno salutato il Sud 1 milione e 883mila residenti, la metà sono di età compresa tra i 15 e i 34 anni, quasi un quinto sono laureati, e il 16% si è trasferito all’estero. E in Sicilia l’emorragia è incontenibile. A Roma e a Bruxelles si discute di immigrazione. E nel frattempo l’emigrazione al Sud e in Sicilia è una piaga sempre più sanguinante, che sarà difficile sanare, perché colui che parte non torna, come nella canzone di Domenico Modugno “Addio, addio, io vado via, amara terra mia, amara e bella”. Ancora le cifre, che sono flagellanti: al Nord il Prodotto interno lordo pro capite è di 34mila euro, e in Sicilia è di 17mila euro. E poi in Sicilia nell’edilizia 80mila posti in meno in 10 anni. E poi in Sicilia vi sono paesi che hanno tanti residenti all’estero quanti i residenti in paese: ad Aragona in provincia di Agrigento vi sono 9.600 residenti, e altri 8.000 aragonesi vivono all’estero. E poi la Sicilia è la seconda regione in Italia con più persone che beneficiano del Rei, il Reddito di inclusione introdotto dal Partito Democratico. E poi, come denuncia l’Anci, l’Associazione dei Comuni, presieduta dal sindaco di Palermo, Orlando, “strade dissestate, autostrade a una corsia per deviazioni e restringimenti di carreggiata, vegetazione incontrollata che ostruisce pericolosamente la visibilità, gallerie in pessimo stato e poco illuminate”. E a fronte di ciò pensate ancora, a proposito della spesa dei fondi europei e della corsa contro il tempo, che la Sicilia entro il prossimo 31 dicembre, tra meno di 5 mesi, deve certificare e rendicontare una spesa di oltre 700 milioni di euro, soprattutto per infrastrutture ferroviarie e stradali. Ecco il perché del tavolo Stato-Regione.