La Polizia confisca beni per oltre 2 milioni e 200mila euro a Daniele Rampello, di Raffadali, imputato nell’ambito dell’inchiesta “La carica delle 104”. I dettagli.
A Raffadali lo scorso 28 giugno i poliziotti della Divisione anticrimine e Misure di Prevenzione della Questura di Agrigento, coordinati dalla dirigente Angela Spatola, su proposta del Questore, Maurizio Auriemma, hanno eseguito un provvedimento, emesso dal Tribunale di Palermo, di sequestro di beni, finalizzato alla confisca, per oltre 1 milione e 500mila euro, a carico di Giuseppe Vincenzo Terrazzino, 54 anni, di Raffadali, ex consigliere provinciale e già inquisito nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta “Demetra” per truffe a danno di Inps e Inail. Adesso, la sezione misure di prevenzione del Tribunale di Agrigento, ancora su proposta del Questore Auriemma, ha emesso un provvedimento di confisca di beni per oltre 2 milioni e 200mila euro a carico di Daniele Rampello, 51 anni, anche lui di Raffadali, già condannato dalla Corte d’Appello di Palermo con sentenza irrevocabile per il reato di usura, e attualmente imputato di associazione per delinquere a fine di corruzione, falso e truffa aggravata nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta “La carica delle 104”, sostenuta dalla Digos agrigentina. Le indagini e l’esecuzione della confisca sono state altrettanto compiute dalla stessa Divisione anticrimine e Misure di prevenzione della Questura, sigillando numerosi immobili, vetture, rapporti finanziari e impianti di produzione di energia rinnovabile di proprietà o nella disponibilità di Daniele Rampello, che, secondo quanto emerso dalle indagini sulle false 104 nell’Agrigentino, sarebbe stato il primo anello di collegamento tra medici, impiegati infedeli e beneficiari della 104 pur non avendone diritto. “Tramite tale lucrosa attività, con pagamenti solo in contanti, Rampello – secondo Polizia e Procura di Agrigento – sarebbe riuscito a costruirsi un vero e proprio impero economico nonostante fosse pensionato già a 40 anni di età”. In particolare, Daniele Rampello ha costruito a Raffadali una villa dotata di tutti i confort, compresa una piscina coperta, circondata da costose palme lungo il viale d’ingresso, muri di cinta e di sostegno tutti ricoperti in pietra e mosaici, una costosa pavimentazione in cemento stampato, e il tutto con un efficiente impianto di video-sorveglianza. Ha inoltre costruito una villetta a Giallonardo, in territorio di Realmonte, con un terrapieno elevato almeno 5 metri, così da potergli permettere di vedere il mare che, altrimenti, gli sarebbe stato nascosto. Poi ha acquistato un appartamento a Sa Marinedda, in territorio di Olbia, in uno dei posti più incantevoli della Sardegna. E poi ha comprato in contanti un immobile ad Agrigento, in contrada Baracca, che ha trasformato in 6 mini appartamenti e numerosi altri magazzini, tutti affittati al fine di trarne ulteriore profitto. E poi ha costruito 3 impianti fotovoltaici, a Raffadali, ad Agrigento e ad Aragona, per complessivi 38 chilowatt, inseguendo gli incentivi statali per le energie rinnovabili. Sono stati sottoposti a sequestro anche 6 conti correnti, 4 polizze assicurative, 2 fondi d’investimento ed altre 6 forme di investimento finanziario. E poi 3 autovetture, una motocicletta e un quad.