Smaltimento illecito di rifiuti pericolosi, de-classificati come non pericolosi, nella discarica di Camastra. Notificati una cinquantina di avvisi di conclusione delle indagini.
L’ipotesi di reato è smaltimento illecito di rifiuti nella discarica di Camastra, in contrada Principe, in provincia di Agrigento. Adesso la Procura della Repubblica di Palermo ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini ad una cinquantina di indagati, tra persone fisiche e giuridiche. E tra gli indagati vi sono l’amministratore di Rfi, Rete Ferrovie Italia, Maurizio Gentile, l’ex assessore regionale, Marco Venturi, l’imprenditore Marco Campione, presidente di Girgenti Acque, Giuseppe Giuffrida, ex amministratore di Girgenti Acque, e poi, tra le persone giuridiche, colossi come Eni, Isab, Raffineria di Gela, Fincantieri, Bonatti, l’Ilva di Taranto, Rete Ferrovie Italia fino a Girgenti Acque: attraverso società di intermediazione, impegnate nel trasporto dei rifiuti, avrebbero usufruito illecitamente della discarica di Camastra. Lo scorso 22 dicembre la discarica a Camastra è stata posta sotto sequestro dai Carabinieri del Noe, il Nucleo Operativo Ecologico, in collaborazione con la Guardia di Finanza di Agrigento. Sono stati sequestrati preventivamente tutti i beni aziendali dell’impresa “A&G s.r.l.”, con sede a Camastra, che ha gestito la discarica. E per equivalente sono stati sequestrati poco più di 2 milioni di euro, e poi beni immobili, quote societarie e di altro tipo nella disponibilità degli indagati Donato D’Angelo, Salvatore Alaimo, Calogero Alaimo, Alfonso Bruno e Pasquale Di Silvestro, tutti a lavoro, con diversi ruoli, nell’impresa “A&G srl”. Nella discarica di Camastra sarebbe stata compiuta la pratica fraudolenta di de-classificazione dei rifiuti, così da ricevere e smaltire illecitamente e abusivamente nella discarica rifiuti speciali pericolosi provenienti da tutta Italia, e che sarebbero stati artatamente de-classificati come non pericolosi e smaltiti quindi con tariffe molto minori: ecco il business. E per compiere tale truffa ci si sarebbe avvalsi di un laboratorio chimico compiacente, a Catania, dove i risultati delle analisi dei campioni di rifiuto sarebbero stati manipolati. E ciò avrebbe provocato danni permanenti al territorio ed all’ambiente, e, più in genere, al sistema dello smaltimento dei rifiuti, pericolosi e non, nella provincia agrigentina. Il laboratorio di analisi a Catania è stato sequestrato a dicembre, il titolare è Giuseppe Pistone, 47 anni, di Catania, e si tratta dello “Studio Chimico Ambientale”. Marco Venturi è tra gli indagati perché amministratore di un altro laboratorio, a Caltanissetta, che, si sospetta, avrebbe anch’esso prestato il fianco alla presunta attività di manipolazione.