Il 30 giugno scade il termine per i Comuni con differenziata scarsa a dotarsi del contratto per la spedizione dei rifiuti fuori Sicilia. L’attuale condizione.
L’assessore regionale ai servizi primari, Alberto Pierobon, lavora a stretto contatto col presidente della Regione, Nello Musumeci, per evitare che l’emergenza rifiuti, già latente e conclamata, esploda in tutta virulenza durante l’estate. Musumeci e Pierobon sono impegnati innanzitutto a recuperare credibilità con Roma, con il ministero dell’Ambiente, dove la Sicilia è tacciata come la Regione che promette tanto e non mantiene nulla. E come replicare, quando, ad esempio, con il beneplacito e l’incoraggiamento del governo Renzi si concordò la costruzione dei termovalorizzatori, e Crocetta giocò con la melina a centrocampo dei mini termovalorizzatori senza mai concludere niente. Se fosse stato diversamente, oggi altro che problemi con le discariche sature e la differenziata. Anche se il problema discariche, forse, è stato troppo enfatizzato. Infatti, secondo una stima del Dipartimento Rifiuti, la Sicilia ha una dotazione di discariche e di impianti Tmb (trattamento meccanico-biologico) superiore a Lombardia, Piemonte e Veneto. E l’unico problema legato alla mancata autorizzazione dell’impianto di Siculiana è stato risolto dirottando i rifiuti indifferenziati di 66 Comuni fra Trapani, Gela e Catania. Inoltre, ed è una notizia positiva in prospettiva estiva, è imminente l’attivazione di un impianto di conferimento pubblico a Ragusa. Le discariche quindi non mancano ma sono colme, e perché? Perché la raccolta differenziata, soprattutto nelle città come Palermo, Catania e Messina, è a percentuali misere. In Lombardia infatti è conferito in discarica appena il 4% di rifiuto indifferenziato. E in Sicilia, secondo l’ultimo dato ufficiale, è in discarica l’80%. Ecco quindi il traguardo perentorio del governo regionale: ridurre l’80 ad almeno il 35%, che è la soglia di sicurezza del sistema siciliano. Ed altrettanto ecco perché a carico dei Comuni meno virtuosi incombe il termine del 30 giugno. Entro tale termine i sindaci con differenziata scarsa, sotto il 35%, dovranno avere pronto il contratto, a proprie spese, per la spedizione dei propri rifiuti indifferenziati fuori dalla Sicilia. 200 euro a tonnellata, e pagano i cittadini.