Nell’ambito del caso “Montante” si auto-sospende dalla carica il presidente di ConfIndustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro. Così anche il vice Rosario Amarù.
Il caso “Montante”, ex numero 1 di Sicindustria, ha già provocato l’auto-sospensione del numero 2, l’attuale vice presidente, Rosario Amarù. Adesso anche il presidente di Sicindustria, l’imprenditore agrigentino, Giuseppe Catanzaro, si è auto-sospeso dalla carica. Lui, a capo degli industriali siciliani, ha affidato le proprie dichiarazioni ad un documento diffuso da Confindustria, in cui si legge: “A seguito dell’avviso di garanzia ricevuto, e in attesa di un chiarimento che riguarda la mia persona, ho, con decorrenza dalla data odierna, comunicato ai preposti organi dell’associazione la mia auto-sospensione dalla carica di presidente di Sicindustria. Dunque, il mio obiettivo è adesso quello di fornire agli inquirenti ogni elemento utile per agevolare la ricostruzione della verità storica e assicurare, al contempo, serenità alle oltre 1.500 imprese e agli oltre 80 mila dipendenti che Confindustria rappresenta in Sicilia”. E poi, Giuseppe Catanzaro ringrazia il presidente nazionale di Confindustria, Vincenzo Boccia, “per il sostegno e la fiducia, che non ha mai fatto mancare alla Sicilia. E ringrazio – aggiunge – tutti i colleghi per il lavoro svolto fin qui, nella certa convinzione che potremo riprendere l’impegno che abbiamo dispiegato in questi mesi per sostenere le nostre imprese associate”. Giuseppe Catanzaro, 51 anni di età, è stato eletto presidente di Sicindustria il 14 marzo del 2017, quando subentrò ad Antonello Montante. La durata dell’incarico, secondo statuto, è di 4 anni. In precedenza è stato vicario di Confindustria Sicilia, presidente dei Giovani di Confindustria di Agrigento, presidente Confindustria Agrigento, componente del gruppo tecnico Ambiente di Confindustria e componente supplente della commissione di saggi per l’elezione del presidente nazionale di Confindustria, Vincenzo Boccia. Appena eletto al timone di Sicindustria annunciò le dimissioni da ogni ruolo gestionale all’interno dell’azienda di famiglia, e spiegò: “Pur non essendo un atto obbligato, ho voluto farlo per dedicare tutto il mio tempo ed il mio impegno al sostegno delle imprese che producono ed operano in Sicilia”. Sia Giuseppe Catanzaro che Rosario Amarù, nell’ambito dell’inchiesta “Double Face”, sono indagati, in particolare, su presunti finanziamenti illeciti alla campagna elettorale di Rosario Crocetta alle elezioni Regionali del 2012.