In Sicilia il contratto di governo tra Movimento 5 Stelle e Lega sottoposto al voto nei gazebo e su internet. Il paradosso Tav e il Sud.
Il Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio e la Lega di Matteo Salvini hanno concluso il contratto di governo. E, per la prima volta nella storia della Repubblica, un elenco dettagliato di traguardi da raggiungere, e non un’alleanza politica del tipo “partiamo e poi ne parliamo”, è stato sottoposto alle valutazioni e al voto dei cittadini elettori. In Sicilia circa 7.500 persone hanno votato sabato e domenica nei gazebo allestiti dalla Lega. Il 95 per cento dei votanti ha votato sì. Peraltro, a differenza del Movimento 5 Stelle che in maggior parte ha consultato su internet solo i tesserati 5 Stelle, alle urne della Lega l’accesso è stato consentito a tutti, a prescindere dalla militanza o meno. Come affluenza al voto sul contratto di governo, Palermo è prima, poi Catania e Messina. Nel contratto, offerto in lettura su manifesti e depliant, gli obiettivi che più degli altri attraggono sono il reddito di cittadinanza, la flat tax, la cancellazione della legge Fornero, e poi l’immigrazione, con la stipula di trattati internazionali per i rimpatri e valutazioni rapide sul diritto dei richiedenti asilo. Poi, un paradosso: Lega e Movimento 5 Stelle intendono “ridiscutere” il proseguimento della costruzione della Tav, la linea ad alta velocità Torino – Lione, e nulla hanno prospettato invece per l’alta velocità nel Sud e in Sicilia, dove i treni si scontrano provocando decine di morti perché il binario è uno solo e il traffico è concordato a telefono tra i due capistazione, o dove tra Agrigento e Palermo, soprattutto durante il viaggio dei pendolari, è un inferno che si protrae oltre due ore. Sarebbe stato più ragionevole scrivere: no alla Tav tra Torino e Lione, perchè l’alta velocità da Roma in su è già abbastanza, e trasferiamo un po’ di alta velocità al Sud, dove tuttora si viaggia come all’epoca dei Borboni e del Regno delle Due Sicilie. Gli scrittori del contratto di governo hanno previsto tale paradosso, e hanno preventivamente replicato scrivendo così: “Con riferimento alle Regioni del Sud si è deciso, contrariamente al passato, di non individuare specifiche misure con il marchio ‘Mezzogiorno’, nella consapevolezza che tutte le scelte politiche previste dal presente contratto (con particolare riferimento a sostegno al reddito, pensioni, investimenti, ambiente e tutela dei livelli occupazionali) sono orientate dalla convinzione verso uno sviluppo economico omogeneo per il Paese, pur tenendo conto delle differenti esigenze territoriali con l’obiettivo di colmare il gap tra Nord e Sud”.