Mariagrazia Brandara si dimette da commissario al Comune di Licata: la lettera a Musumeci. La testimonianza di Venturi alla Commissione antimafia.
La commissaria al Comune di Licata, Mariagrazia Brandara, si è dimessa dall’incarico. A lei è stato notificato un avviso di garanzia, ossia l’invito a nominare un avvocato difensore e ad eleggere un domicilio per rapportarsi con la Procura della Repubblica di Caltanissetta che le contesta di essere stata, da responsabile dell’Irsap, l’Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive, più o meno parte dell’abbraccio politico tra la Confindustria di Antonello Montante e il governo regionale di Rosario Crocetta allorchè tale “abbraccio politico”, confermato dallo stesso Crocetta e stipulato nel 2012, sia degenerato e deviato nella coltivazione e nel foraggiamento di interessi “di parte”. Lei, Mariagrazia Brandara, già deputato regionale e sindaco di Naro, la sua cittadina natia, ha scritto una lettera al presidente della Regione, essendo il ruolo di commissario pro tempore assegnatole dalla Regione. E le parole a Nello Musumeci sono state: “Dopo un’attenta riflessione susseguente al ricevimento dell’avviso di garanzia relativo al cosiddetto caso Montante, ho maturato l’idea che oltre ad essere integri sia necessario anche apparirlo. Pertanto, pur nella coscienza della mia estraneità a fatti penalmente rilevanti, ritengo sia necessario rassegnarle le mie dimissioni da commissario straordinario del comune di Licata con effetto immediato”. Nel frattempo, nell’ambito dell’inchiesta “Double Face”, emerge la testimonianza che l’ex amico e adesso primo accusatore di Antonello Montante, l’ex assessore regionale, Marco Venturi, ha reso il 13 dicembre del 2016 alla Commissione parlamentare antimafia presieduta da Rosy Bindi. E le parole di Marco Venturi sono state: “La politica nazionale deve intervenire al più presto per allontanare Montante dalla presidenza della Camera di commercio, da Unioncamere e da tutti i ruoli istituzionali che lui ricopre, perché costituisce un allarmante rischio di condizionamento per le istituzioni. Montante, dietro il paravento dell’antimafia di facciata, ha insediato e cooptato una classe dirigente di potenti composta da una sfilza di imprenditori, politici, professionisti, amministratori pubblici dal fare opaco, presentati e accreditati come paladini della legalità, che da svariati anni condizionano il potere politico, burocratico ed economico della Sicilia. E’ un nuovo sistema macchiato da inquietanti collusioni in cui si celano cinismi, legami e affari, condotto da una classe dirigente incurante del danno irreparabile recato alla Sicilia e dall’inaccettabile offesa procurata all’impegno vero, coraggioso e genuino dell’antimafia sociale nato dopo le stragi”.