L’11 maggio del 2010, lungo l’autostrada Palermo – Catania, in territorio di Enna, un furgone è precipitato in una scarpata dopo avere sfondato il guardrail. E’ morto un passeggero a bordo, Pietro Pignocco, 52 anni. Ebbene, adesso la Cassazione ha sancito definitivamente la responsabilità, per omicidio colposo, del conducente del mezzo, dichiarando non ammissibile il ricorso degli imputati, così come richiesto dal Procuratore Generale e dai difensori dei congiunti di Pignocco costituiti parte civile, gli avvocati Luigi La Placa, Sandro La Placa e Antonino Alagna. E’ stato quindi confermato il verdetto della Corte d’Appello di Caltanissetta concernente il diritto al risarcimento dei danni a favore dei prossimi congiunti della vittima. In primo e secondo grado, il conducente del mezzo è stato condannato nonostante avesse, ricorrendo contro la sentenza di primo grado, sostenuto che a guidare il furgone al momento del sinistro fosse stato Pietro Pignocco. La complessa attività istruttoria e l’esame di tutti gli atti processuali in ordine alla ricostruzione del sinistro e all’individuazione quindi di Antonino Montalbano quale conducente del veicolo, ove prendeva posto quale terzo trasportato Pietro Pignocco poi deceduto, è stata curata dall’avvocato Luigi La Placa, in stretta collaborazione con i colleghi Antonino Alagna e Sandro La Placa, che hanno seguito l’intera vicenda processuale sino alla stesura della comparsa conclusionale poi depositata in Cassazione all’udienza del 17 aprile 2018.