La Commissione Bilancio stravolge il testo della finanziaria proposto dal governo Musumeci. I dettagli su censure e stralci.
Altro che fiducia nell’approvazione entro il 31 marzo, poi rivelatasi infondata. Adesso, non solo la finanziaria della Regione la si approverà entro il 30 aprile e senza alcuna possibilità di altra proroga, ma sarà una legge di stabilità corretta, modificata se non del tutto stravolta. Sì, perché gli uffici della Commissione Bilancio all’Assemblea Regionale, impegnati ad esaminare il testo prima del trasferimento in Aula, si sono accorti di norme senza copertura finanziaria, di un ricorso ai decreti del presidente troppo frequente e anormale, e poi della mancanza di dettagli sulla soppressione degli enti e sul futuro dei lavoratori. In sintesi, una manovra improvvisata e raffazzonata. Dunque, si procede: un terzo delle norme della finanziaria firmata dal Governo Musumeci è stato stralciato. E ciò significa che è stato asportato dal testo e accantonato, al momento, altrove, in un futuro disegno di legge autonomo. E l’esperienza insegna che sono provvedimenti adesso fuori dalla porta ma che rientreranno dalla finestra successivamente. E si tratta di norme che nulla attengono alla finanziaria ma che sono delle mini-riforme. Ad esempio, la fusione in un unico maxi-ente delle casseforti della Regione, Irfis, Crias e Ircac. E la Commissione Bilancio, presieduta da Riccardo Savona, bacchetta il Governo perché non ha previsto nel testo come gestire le passività di Crias e Ircac e il futuro dei lavoratori. E poi, altro esempio, fuori anche la fusione degli Iacp, gli Istituti autonomi case popolari, in un’unica Agenzia per la casa. E perché? Perché anche in tal caso il testo è superficiale oltre la soglia minima consentita, perché non si definisce la procedura di fusione, e gli attuali Iacp non sono ancora nemmeno in liquidazione. E poi, stop a nuove assunzioni, in ragione del blocco delle assunzioni nel pubblico impiego, confermato nella finanziaria nazionale 2017. E poi sono stati stralciati gli articoli sulle società partecipate della Regione, perché, per il come intervenire, ci si affida di volta in volta ai decreti di attuazione del presidente o degli assessori, quando invece, secondo la Commissione Bilancio, un regolamento sarebbe lo strumento più adeguato. E’ invece in bilico, nel senso che ancora non è stato deciso se buttarla fuori dalla finanziaria da approvare entro il 30 aprile oppure no, la norma che gestisce il personale dopo la chiusura delle società partecipate. In proposito, il Governo ha proposto l’inserimento dello stesso personale in un albo gestito dall’Ufficio regionale per le liquidazioni. Però, su ciò la Commissione ha invitato il Governo ha quantificare il personale coinvolto e il relativo onere economico, altrimenti si scade, ancora una volta, nel raffazzonamento.