A fronte delle nuvole sempre più minacciose che si addensano dall’Università di Palermo, in riferimento soprattutto al trasferimento da Agrigento a Palermo del corso di laurea in Beni culturali e archeologici, interviene il vice presidente del Consorzio universitario di Agrigento, Giovanni Di Maida, che afferma: “L’Università di Agrigento non chiuderà. Se l’Università di Palermo ha deciso di disimpegnarsi dal polo di Agrigento è una scelta di cui prendiamo atto. Del resto è da tempo che assistiamo a questa scena. Sono state chiuse facoltà importanti e si pensa di accentrare a Palermo altri corsi. Con Palermo c’è un contenzioso che va avanti da tempo e loro hanno fatto le scelte che hanno ritenuto opportune. E’ in cantiere la stipula di un protocollo d’intesa con una università statale della Romania per l’avvio, ad Agrigento, di altri corsi di laurea. Il problema del Consorzio universitario di Agrigento è stato la mancanza di liquidità. Il Consorzio non ha debiti, ma crediti da esigere. E’ stato chiesto, ad esempio, alla Provincia di Agrigento di versare la quota del 2016. Ne è nato un contenzioso che si trascinerà per anni, per recuperare 650 mila euro”.