A Favara ispezione dei Carabinieri della locale Tenenza e del Nas in un ristorante. Cibi scaduti, male conservati e un topo morto. I dettagli.
A Favara i Carabinieri hanno pizzicato un ristoratore, e lo hanno beccato tra cibi scaduti e un topo morto. E i militari hanno ordinato: “Tu, ristoratore, chiudi la saracinesca e non la risollevare fino a quando il giudice lo vorrà”. E così è stato. Il titolare del ristorante ha spento interruttori e fornelli, e poi ha ruotato i chiavistelli. Poi ha intascato un verbale con una multa da pagare, 10mila euro. Mizzica, e come mai? Perché i Carabinieri della locale Tenenza, insieme ai colleghi del Nas, il Nucleo antisofisticazioni, di Palermo, hanno ispezionato il suo locale, nell’ambito di un ordinario controllo a tutela dell’igiene e della salute pubblica. Ebbene, nel corso dell’ispezione sono saltati fuori prodotti ittici e caseari male conservati, poi alimenti carenti della necessaria tracciabilità (quindi di origine e provenienza ignota), e poi nelle cucine è stato scoperto un topo morto, forse perché avrà assaggiato i prodotti male conservati e si sarà intossicato. Prima che agli ignari clienti fosse offerta la classica “mela di Biancaneve”, bella fuori e avvelenata dentro, il sequestro è stato immediato: i militari hanno sigillato circa 550 chili (che sono oltre 5 quintali e oltre mezza tonnellata) tra carne, vino, olio, pesce, formaggi, tutti scaduti, in pessimo stato di conservazione o non tracciati. Poi, i Carabinieri hanno telefonato al personale sanitario ispettivo dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento, competente ai provvedimenti amministrativi: “Pronto, siamo i Carabinieri, venite, c’è lavoro per voi”. Infatti, gli ispettori sanitari hanno redatto e firmato la sospensione dell’attività, e poi hanno sommato le tante violazioni conteggiando circa 10mila euro di sanzione da pagare. Ecco l’epilogo dell’intervento a Favara, l’ultimo di uno dei tanti del genere predisposti dal Comando provinciale dell’Arma di Agrigento, alle redini del colonnello Giovanni Pellegrino, in tutta la provincia agrigentina.