Dopo i rifiuti, il presidente della Regione nominato da Roma commissario in Sicilia anche per l’emergenza idrica. I compiti prossimi venturi.
Il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha ottenuto ciò che ha invocato accoratamente da quando si è insediato a Palazzo d’Orleans e si è imbattuto, tra brividi e sussulti cardiaci, nelle emergenze acqua e rifiuti in Sicilia, così come ereditate dal predecessore Rosario Crocetta. Come lui, Crocetta, anche Musumeci è stato nominato da Roma commissario. Prima commissario all’emergenza rifiuti, e adesso è stata firmata anche l’ordinanza della Protezione civile nazionale sull’emergenza idrica in Sicilia. Il capo, Angelo Borrelli, ha firmato il documento che disciplina gli interventi urgenti per, innanzitutto, risolvere la crisi nel Palermitano, dove solo le recenti piogge hanno scongiurato il pericolo, ancora sconosciuto ai palermitani ma non a tutti gli altri siciliani, della turnazione nella distribuzione dell’acqua. L’ordinanza nomina Commissario Nello Musumeci, coadiuvato dal dirigente generale del Dipartimento regionale dell’acqua e dei rifiuti, Salvatore Cocina, e dal prefetto di Palermo, Antonella De Miro. “Al commissario Musumeci – si legge nell’incarico – è assegnato il compito di definire, entro 30 giorni dall’adozione dell’ordinanza, un piano per la realizzazione degli interventi emergenziali ed urgenti di competenza del gestore del servizio idrico e gli ulteriori interventi, di immediata attuazione, che risultino coerenti con la programmazione del soggetto gestore”. Invece, nell’ambito dell’emergenza rifiuti, il primo traguardo del commissario Musumeci è il già annunciato e progettato invio dei rifiuti fuori dalla Sicilia. La Sicilia nel 2018, secondo le attuali previsioni, trasporterà 500mila tonnellate di rifiuti, secco e umido, all’estero, quando invece in tutta Italia, in media all’anno, si trasportano 450mila tonnellate all’estero. Sì, ma da noi è emergenza, altrimenti che emergenza sarebbe. Il conto ammonta a circa 100 milioni di euro ma non lo pagherà nè la Regione Sicilia nè il governo nazionale. Lo pagheranno i Comuni, quindi i cittadini contribuenti, le cui bollette sui rifiuti lieviteranno a meno che la percentuale di raccolta differenziata servirà a compensare l’aumento. La proposta d’appalto sarà pubblicata al più presto nell’albo dell’Unione Europea. Gli uffici di Musumeci lanceranno tecnicamente una “manifestazione di interesse europea” per l’invio fuori confine di rifiuti già trattati, secco e umido. Quanto costerà? Almeno 200 euro a tonnellata, che, moltiplicato per 500mila, sono 100 milioni di euro, che sono 30 milioni di euro in più rispetto a quanto oggi si spende per depositare i rifiuti nelle discariche, ormai al collasso. Da Regione e governo nazionale nemmeno un euro: nell’avviso di gara è stato già scritto e sottolineato che le aziende private che aderiranno alla “manifestazione di interesse” contratteranno direttamente con i Comuni e le Srr, gli ex Ato. Dunque, il costo sarà caricato nelle bollette spedite a casa dei siciliani, e non potrebbe essere diversamente.