A danno dell’immagine della città di Agrigento, dopo la purtroppo celebre foto scattata da sud della collina dei Templi soffocata dal cemento, ancora un fotomontaggio “criminale”, tra virgolette (ma non più di tanto tra virgolette), imperversa sulla stampa nazionale. E ciò è ancora più grave perché l’ennesimo fotomontaggio, che ritrae le colonne del tempio d’Ercole a ridosso dei palazzoni ( ! punto esclamativo) è pubblicato tra le pagine di un inserto culturale ( ! altro punto esclamativo), “La lettura”, di un quotidiano nazionale di elevatissimo profilo storico e di contenuti, il “Corriere della Sera”. Il sindaco di Agrigento, Calogero Firetto, e l’ufficio legale del Comune, hanno ottime e fondate ragioni per promuovere un’azione legale a difesa della città dei Templi, patrimonio dell’Umanità tra i meglio conservati al mondo, ancor più perché il fotomontaggio “criminale” è stato accompagnato da una descrizione sommaria altrettanto “criminale”, falsa, tendenziosa, lesiva e diffamatoria. E’ stato scritto: “Il patrimonio saccheggiato… Agrigento: nella città siciliana l’edilizia residenziale cresce in modo selvaggio a ridosso di una meraviglia famosa in tutto il mondo come la Valle dei Templi”.
E in riferimento alle possibili “discettazioni filosofiche” su che trattasi di fotomontaggio o non di fotomontaggio, la foto è da ritenersi oggettivamente tale perché, utilizzando un filtro, un obiettivo particolare o comunque altro sistema, sono stati posti sullo stesso fuoco due elementi diversi distanti, ponendoli ingannevolmente sullo stesso piano equidistante. Il risultato raggiunto è quindi una “montatura”, una sovrapposizione di falsa equidistanza focale a fronte invece di una profonda diversa distanza sostanziale.