Secondo la relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia, appena pubblicata, “dopo la morte di Totò Riina non pare ancora attribuibile ad alcuno la guida di Cosa Nostra. E’ ancora imprescindibile il ruolo di Matteo Messina Denaro, per quanto – si legge ancora nella relazione – si colgano segnali interessanti rispetto ad una lenta ma progressiva minore pervasività operativa della sua leadership”. E la Dia aggiunge: “Si prospetta la formale apertura di una nuova epoca, quella della mafia 2.0, sempre più al passo con i tempi, che confermerà definitivamente la strategia della sommersione. Conseguentemente non dovrebbero profilarsi guerre di mafia per sancire la successione di Riina. Appare, infatti, superata per sempre, l’epoca della mafia violenta, che ha ceduto il passo a metodi volti a prediligere le azioni sottotraccia e gli affari, sovente realizzati attraverso sofisticati meccanismi collusivi e corruttivi. E’ ipotizzabile la possibilità di un accordo tra i capi più influenti per ricostituire una sorta di ‘cabina di regia’, simile ma diversa dalla Commissione provinciale, intesa quale organismo unitario di vertice, con un prevedibile ritorno in scena dei ‘palermitani’. Le indagini evidenziano che la nuova mafia è sempre più silente e mercatistica, privilegiando un modus operandi collusivo e corruttivo: gli accordi affaristici non sono stipulati per effetto di minacce o intimidazioni, ma sono il frutto di patti basati sulla reciproca convenienza. Tra i settori ad alto rischio di corruzione c’è quello dei trasporti marittimi, destinatario di ingenti finanziamenti pubblici, anche comunitari”.