Palermo e Roma si sarebbero accordati. Il governo Musumeci ha proposto e il governo Gentiloni si è riservato di valutare. Entro la settimana appena iniziata da Roma è atteso un sì. La Sicilia nel 2018 trasporterà 500mila tonnellate di rifiuti, secco e umido, all’estero. Il conto ammonta a circa 100 milioni di euro ma non lo pagherà nè la Regione Sicilia nè il governo nazionale. Lo pagheranno i Comuni, quindi i cittadini contribuenti, le cui bollette sui rifiuti lieviteranno come il panettone, altro che riduzione, differenziata e virtuosismi da premiare. Sono sciocchezze? No, il governo Musumeci ha scritto nero su bianco il bando di gara per la spedizione dei rifiuti fuori regione. E la proposta d’appalto sarà pubblicata al più presto nell’albo dell’Unione Europea. A testimonianza di quanto sia grave l’emergenza, a causa soprattutto del non avere costruito i termovalorizzatori, è il confronto tra quanti rifiuti si esportano all’estero, tra l’Italia tutta intera tranne la Sicilia e la Sicilia. Infatti, nel bando di gara la Sicilia ambisce a trasportare 500mila tonnellate entro l’anno. E l’Italia intera esporta circa 450mila tonnellate all’anno. Come sarà aggiudicato l’appalto? Gli uffici di Musumeci lanceranno una proposta, che tecnicamente è una “manifestazione di interesse europea” per l’invio fuori confine di rifiuti già trattati, secco e umido. Quanto costerà? Almeno 200 euro a tonnellata, che, moltiplicato per 500mila, sono 100 milioni di euro, che sono 30 milioni di euro in più rispetto a quanto oggi si spende per depositare i rifiuti nelle discariche, ormai al collasso. E come saranno pagati? Da Regione e governo nazionale nemmeno un euro: nell’avviso di gara è stato scritto in grassetto e sottolineato che le aziende private che aderiranno alla “manifestazione di interesse” contratteranno direttamente con i Comuni e le Srr, gli ex Ato. Tradotto: il costo sarà caricato nelle bollette spedite a casa dei siciliani, e non potrebbe essere diversamente. Nel frattempo, se i “poteri speciali” invocati da Nello Musumeci saranno esauditi da Roma, si procederà all’ampliamento di alcune discariche essenziali, come Bellolampo nel Palermitano. Pertanto, i rifiuti all’estero nel 2018 sarebbe una misura tampone, a contenimento del collasso, in attesa che si rimedi a ciò a cui non si è rimediato nel corso degli ultimi 20 anni. Gli ottimisti prevedono che non solo, a breve, i “poteri speciali” per i rifiuti saranno concessi, con l’ordinanza speciale di protezione civile sui rifiuti siciliani, ma sarà altrettanto dichiarato lo stato di calamità per l’emergenza idrica, tra invasi vuoti, penuria di risorse e razionamento dell’acqua, come appena confermato per Palermo.