Si tratta dell’inchiesta “assumificio”, dal termine che l’ex procuratore aggiunto di Agrigento, Ignazio Fonzo, adesso in servizio a Catania, utilizzò a proposito di Girgenti Acque quando, il 12 marzo del 2015, insieme alla collega sostituto Antonella Pandolfi, fu ascoltato dalla Commissione d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati. E le parole di Ignazio Fonzo, testualmente, sono state: “Mi perdonerete se dico quello che sto per dire, senza alcun intento polemico. Mi sento di dirlo. Poi, se lo vogliamo segretare, lo segretiamo. È chiaro che questo tipo di società diventa anche un assumificio. Non c’è bisogno che vi spieghi perché diventi un assumificio. Lo capite molto meglio di me, ovviamente”. Fu Ignazio Fonzo, insieme al collega sostituto Luca Sciarretta, ad intraprendere le indagini, che inizialmente si avvalsero delle dichiarazioni del già aspirante collaboratore della giustizia, poi rivelatosi presunto calunniatore, Giuseppe Tuzzolino. In tale ambito emersero delle sospette contiguità mafiose, tanto che nel settembre 2013 l’indagine fu trasferita, per competenza di materia, da Agrigento a Palermo, alla Direzione distrettuale antimafia, sul tavolo del procuratore aggiunto Maurizio Scalia e dei sostituti Geri Ferrara e Rita Fulantelli, che hanno interrogato numerosi esponenti politici, e non solo. Poi, i presunti profili mafiosi a contorno dei sospetti non sono stati riscontrati, e quindi, lo scorso maggio 2017, la stessa indagine è rientrata da Palermo alla Procura della Repubblica di Agrigento, nelle mani dei sostituti procuratori Andrea Maggioni e Matteo Delpini, coordinati dal procuratore Luigi Patronaggio, nel frattempo subentrato alla gestione Di Natale e Fonzo. E ancora di conseguenza, scaduto il termine delle indagini, gli inquirenti hanno ritenuto opportuno concedersi ancora sei mesi di tempo per svolgere altri accertamenti istruttori. Pertanto è stato notificato un avviso di proroga delle indagini agli indagati, a vario titolo, di associazione a delinquere, corruzione, truffa, riciclaggio e false comunicazioni sociali. Nell’elenco delle persone sottoposte ad indagini vi sono diversi e conosciuti esponenti delle istituzioni, della politica e delle professioni, presunti ruotanti intorno ad assunzioni e benefici.
Ecco l’elenco:
Marco Campione, Angelo Alfano, Nicola Diomede, Raffaele Lombardo, Angelo Lombardo, Eugenio D’Orsi, Raffaele De Lipsis, Riccardo Gallo, Angelo Capodicasa, Giovanni Panepinto, Enzo Fontana, Pasquale Leto, Gerlando Piro, Giovanni Pitruzzella, Salvatore Aiola, Giacomo Antronaco, Silvio Apostoli, Giuseppe Arcuri, Pietro Arnone, Bernardo Barone, Alfonso Bugea, Filippo Caci, Giuseppe Carlino, Lelio Castaldo, Francesco Castaldo, Giovanni Caucci, Vincenzo Corbo, Salvatore Cossu, Piero Angelo Cutaia, Antonio D’Amico, Domenico D’Amico, Luigi D’Amico, Carmelo Dante, Igino Della Volpe, Leonardo Di Mauro, Pietro Di Vincenzo, Salvatore Fanara, Arnaldo Faro, Filippo Rosario Franco, Salvatore Gabriele, Diego Galluzzo, Calogerino Giambrone, Gerlando Gibilaro, Giuseppe Giuffrida, un altro Giuseppe Giuffrida, Flavio Gucciardino, Ignazio La Porta, Francesco Paolo Lupo, Maria Rosaria Macaluso, Piero Macedonio, Giuseppe Marchese, Giuseppe Milano, Calogero Patti, Giuseppe Pitruzzella, Gian Domenico Ponzo, Vincenzo Puzzo, Fulvio Riccio, Giancarlo Rosato, Antonino Saitta, Luca Cristian Salvato, Giuseppe Maria Scozzari, Carlo Sorci, Alberto Sorrentino, Gioacchino Michele Termini, Emanuele Terrana, Maria Terrana, Giuseppe Maria Saverio Valenza, Carmelo Vella, Rino Vella, Calogero Vinti, Roberto Violante.