Il presidente della Regione ha predisposto un piano per affrontare e contenere l’emergenza rifiuti in Sicilia. E giovedì prossimo, Nello Musumeci, recando con sé il piano, viaggerà alla volta di Roma, incontrerà il presidente del Consiglio, Gentiloni, e il ministro all’Ambiente, Galletti, e gli sottoporrà il progetto. Si tratterebbe di misure tampone, quanto meno per scongiurare la spedizione dei rifiuti fuori dalla Sicilia, che costerebbe ai cittadini contribuenti siciliani almeno 100 milioni di euro, quanti ne sarebbero stati molto più che sufficienti per costruire i due termovalorizzatori, già raccomandati dal governo Renzi al governo Crocetta. E invece no: in Sicilia si pratica e ci si diletta con l’arte dell’attesa, ossia essere capaci di attendere, e di attendere ancora, finchè non sia troppo tardi. Ci si illude, complice la narrativa ambientalista, che la raccolta differenziata risolva il problema: ma perché, conferire negli impianti di smaltimento della differenziata non costa altrettanto che conferire in discarica, oppure si tratta di impianti gestiti da associazioni di beneficenza? E poi, come ha confermato il direttore del dipartimento Raccolta differenziata alla Regione, Salvo Cocina, in Sicilia mancano gli impianti di smaltimento della differenziata, troppo pochi, bisogna costruirne altri, e tanti. E quando? L’arte dell’attesa. E nel frattempo? Nel frattempo, Sebastiano Musumeci inteso Nello da Militello in Val di Catania, come il suo predecessore Rosario da Gela, si dispera e si affatica da Palermo a Roma, alla ricerca di una soluzione per risolvere il collasso delle discariche: Bellolampo è prossima all’esaurimento, e tutte le altre discariche nell’Isola lo saranno entro l’anno. E dunque, il piano di Musumeci consiste nell’ampliare il più possibile le attuali discariche e costruire altri impianti, con procedura d’urgenza. E a tal proposito, Gentiloni giovedì sarà invitato a firmare una ordinanza di protezione civile urgente, autorizzando l’utilizzo dei fondi del “Patto per la Sicilia”. Nello Musumeci, incontrando i sindaci del Palermitano che subiscono la crisi della discarica di Bellolampo, ha ribadito: “Siamo tutti in trincea e per questo motivo dobbiamo lavorare in sintonia, altrimenti sarebbe la sconfitta della politica. Non voglio assolutamente scaricare la responsabilità sui Comuni, ma abbiamo ereditato una situazione pesante, figlia di un ritardo ventennale. I rifiuti non sono né di destra, né di sinistra e pertanto la battaglia va vinta tutti insieme, consapevoli, comunque, che per superare questa fase, di emergenza nell’emergenza, ci vogliono dai due ai tre anni. Dobbiamo recuperare una carenza strutturale, affinché al termine del mio mandato questa Regione possa essere normale e assicurare standard di efficienza al pari del resto d’Italia”.