Si è scatenata una vivace polemica a seguito della decisione di proiettare domani, mercoledì 17 gennaio, nella sala “Mattarella” dell’ Assemblea Regionale, il docu-film “Generale Mori – Un’Italia a testa alta” di Ambrogio Crespi, in presenza del generale dell’Arma Mario Mori e del colonnello Giuseppe De Donno. L’iniziativa è sostenuta dal presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, e dall’assessore Vittorio Sgarbi.
Il vice presidente dell’Ars, Giancarlo Cancelleri, del Movimento 5 Stelle, tuona: “Si tratta di una iniziativa che scredita il Parlamento e, di conseguenza, la Sicilia, considerato che Mori e De Donno sono imputati nel processo trattativa, un processo importante per la Sicilia e l’Italia. Qui siamo all’assoluzione preventiva. Alle uscite estemporanee e nettamente sopra le righe di Sgarbi e Micciché potremmo anche essere abituati. Vorremmo sapere, però, che ne pensa Musumeci, che ancora una volta si fa notare per il suo imbarazzante silenzio. Perché così Sgarbi e Micciché sono il gatto e la volpe e Musumeci il pinocchio che si fa abbindolare”.
E Sgarbi replica così: “Siamo di fronte a un caso cosiddetto scolastico di ‘analfabetismo funzionale’: non esiste nel nostro ordinamento giuridico l’assoluzione preventiva, ma, al contrario, la presunzione d’innocenza, scolpita nella nostra carta costituzionale. Un elementare principio di civiltà giuridica sconosciuto all’ignaro geometra Cancelleri. La sola vergogna, pertanto, è che il generale dell’Arma dei Carabinieri Mario Mori, eroe, e più volte assolto, sia considerato colpevole perché imputato per ragioni politiche. E, colpo di scena, il documentario di Ambrogio Crespi su Mori è stato già presentato alla Camera dei Deputati. A testa bassa devono andare i 5 Stelle, gli stessi incriminati per le firme false”.