Nella calza della Befana i siciliani hanno scoperto l’operazione cosiddetta “Verità” del governo regionale di Nello Musumeci. Non è il carbone, ma molto peggio: è un debito di 8 miliardi e 35 milioni di euro. I tecnici dell’apposita commissione hanno parzialmente concluso il conto, poi hanno relazionato a Musumeci e all’assessore all’Economia, Gaetano Armao, e adesso il presidente della Regione spiega: “E’ giusto che i siciliani conoscano in che stato abbiamo trovato la Regione: un disavanzo di 5 miliardi e 900 milioni e un indebitamento di 8 miliardi e 35 milioni. E poi, soprattutto, strumenti di programmazione stilati senza strategie di lungo termine e senza erodere l’indebitamento. Camminiamo su un terreno minato e dobbiamo ancora approfondire la zavorra delle società partecipate e la consistenza del patrimonio della Regione. Alcuni beni non sono stati neanche catastati. Stiamo intanto riconsiderando insieme al governo nazionale gli accordi economici stipulati dal 2014 al 2017. Abbiamo già ottenuto una attenuazione dei vincoli sottoscritti dal precedente governo per il 2018 e gli anni successivi. Prenderemo ogni iniziativa per contrarre la spesa pubblica, eliminare gli sprechi e rendere più trasparenti i conti. Lavoreremo per il risanamento dell’ente e perché siano aumentati gli interventi per la crescita e lo sviluppo del territorio. Il contenimento deve essere abbinato a una manovra di crescita per fare ripartire una economia stagnante. Questa situazione finanziaria peserà sull’attività della giunta per i prossimi tre anni. E’ bene che i siciliani non si facciano illusioni. I soldi per gli investimenti arriveranno tra fondi di coesione, risorse europee e patto per il Sud: ci sono sette miliardi di euro da qui al 2020. Bisogna iniziare a spenderli perché fino ad oggi non un euro è stato impegnato. E gli investimenti portano anche gettito fiscale” – conclude Nello Musumeci. E l’assessore Armao aggiunge: “L’obiettivo è – e mi piace citare Piersanti Mattarella – avere una Regione con le carte in regola e con i conti in regola. Il debito di 8 miliardi costa alla Regione 360 milioni di interessi all’anno. Le minori entrate sono stimate in 894 milioni nel triennio 2017-2019. I debiti fuori bilancio stimati hanno un valore di 120 milioni di euro. Serve un nuovo patto tra Sicilia e Stato. E nessuno pensi che il nostro lavoro non sia stato fatto se non in piena sintonia con la Corte dei Conti: il mio primo atto da assessore è stato incontrare il presidente e il procuratore generale della Corte dei Conti che hanno apprezzato la tempestività e il metodo di lavoro. C’è stata subito una piena collaborazione. La nostra relazione sarà consegnata alla Corte dei conti e contribuirà alla predisposizione dei prossimi documenti finanziari” – conclude Gaetano Armao. E l’ex assessore all’Economia del governo Crocetta, Alessandro Baccei, replica a distanza così: “Sono numeri conosciuti e sostanzialmente esatti, ma spiegati in modo surreale e soprattutto sbagliato. Il disavanzo di 6 miliardi deriva dalla cancellazione di entrate gonfiate messe a bilancio dai precedenti governi e dalla famosa operazione di valorizzazione immobiliare di Lombardo e Armao. Gli 8 miliardi di indebitamento sono gli stessi che abbiamo trovato al nostro arrivo. Ma con la differenza che adesso ci sono i soldi per pagare gli interessi ogni anno. Pagare 360 milioni l’anno per una Regione che ha un bilancio di 13 miliardi è come pagare una rata di 500 euro per uno che ha 10mila euro di stipendio. I conti li ho lasciati in ordine. Tutto il resto sono fantasiose interpretazioni”.