Alla Regione Sicilia, un tempo, non tanto remoto, la tabella cosiddetta H è stata uno degli strumenti privilegiati per praticare il clientelismo, foraggiando di denaro pubblico orti e orticelli privati coltivati dai deputati regionali, che spesso hanno confuso il mandato elettorale in mandato clientelare. Poi si è tentato di invertire radicalmente la rotta che, in ragione del deficit stratosferico, sarebbe stata, prima o poi, di devastante collisione. Adesso la coperta è troppo corta, e l’unica soluzione praticabile sono i tagli ai contributi. E dunque enti e associazioni della ormai ex Tabella H hanno subito una severa riduzione dei contributi regionali. E il taglio sarebbe stato orizzontale, indiscriminato, anche a carico delle associazioni culturali e antimafia siciliane, che di conseguenza protestano. Ad esempio, il Centro “Pio La Torre” e la Fondazione “Giovanni e Francesca Falcone”. Il “La Torre” ha presentato una richiesta documentata di 279.900 euro. E gli è stato assegnato un contributo di 16.800 euro. E i responsabili del Centro replicano: “Vorremmo conoscere le motivazioni di tale misura penalizzante e sapere, dall’attuale governo e da quello precedente che l’ha predisposta, cosa pensano che il Centro Pio La Torre, dopo 32 anni di attività, abbia sbagliato”. E il deputato regionale candidato presidente de “I cento passi”, Claudio Fava, rilancia: “Se occorre tagliare i costi, nessuna obiezione. A patto che i criteri per questi tagli siano legittimi, trasparenti e non punitivi. La decisione del governo Musumeci di ridurre i finanziamenti al Centro “Pio La Torre” ad un ventesimo di quelli richiesti, non è una scelta, sia pur opinabile ma legittima, di riduzione dei costi: è un atto di manifesta, umiliante e incomprensibile ostilità”. E la presidente della Fondazione “Giovanni e Francesca Falcone”, Maria Falcone, sorella di Giovanni, si rammarica così: “Abbiamo appreso del taglio dei fondi che la Regione avrebbe destinato alla nostra fondazione, una fondazione che da 25 anni si dedica all’educazione alla legalità e alla diffusione della conoscenza della criminalità organizzata per creare nelle nuove generazioni una consapevolezza e una coscienza antimafiosa. Troviamo francamente grave che l’attività che da un quarto di secolo portiamo avanti sia stata sottovalutata proprio da chi, come la Regione che della fondazione è socio fondatore, ne conosce l’importanza. Le parole del presidente Musumeci, che ha esplicitamente fatto riferimento a una iniquità nelle ripartizioni delle risorse stabilite dal Governo precedente, ci rendono tuttavia fiduciosi che si possa trovare una soluzione per il presente e che si torni comunque nel futuro a criteri di valutazione giusti”. E l’assessore all’Economia, Gaetano Armao, conferma: “Le proteste degli enti sono comprensibili, ma noi purtroppo non avevamo scelta. Quei contributi sono il frutto dell’iter compiuto dalle commissioni interne degli assessorati che si sono a loro volta basate sulla normativa voluta dal governo Crocetta. Ci siamo quindi trovati di fronte a un bivio: potevamo decidere di annullare tutto, bloccando ognuna delle erogazioni, o limitarci a questa distribuzione, di fatto resa obbligatoria dalla legge voluta dal vecchio governo. Di sicuro c’è che vogliamo cambiare questo stato di cose: non è possibile che tanti enti prestigiosi debbano subire penalizzazioni di questo tipo”.