Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, si è svolta un’altra udienza del processo cosiddetto “Discount” a carico dell’imprenditore Giuseppe Burgio, 53 anni, di Agrigento, arrestato dalla Guardia di Finanza il 28 ottobre 2016 per bancarotta fraudolenta. Ha deposto in Aula il luogotenente della Guardia di Finanza di Agrigento, Gioacchino Seminatore, citato come testimone dalla Procura, e che, tra l’altro, ha affermato: “Abbiamo svolto su delega della Procura alcuni accertamenti tributari sulle aziende riconducibili all’imprenditore Giuseppe Burgio. Tecnicamente, sul piano giuridico, non si trattava sicuramente di un gruppo perché non tutte avevano partecipazioni fra loro ma erano comunque riconducibili allo stesso Burgio il quale, nonostante non fosse amministratore formale, lo era di fatto. E ciò lo abbiamo dedotto perchè proponeva personalmente degli accordi con i creditori in vista del fallimento, e ha fatto dei prelievi di denaro di circa sei milioni di euro da uno dei conti. Inoltre, Giuseppe Burgio distrasse dei fondi dalle sue società e pagò con due assegni di 25 mila euro un’imbarcazione che poi utilizzò personalmente”.