Il caso “Genovese” tormenta la coalizione di centrodestra e solleva venti di burrasca. E a soffiare è il presidente della Regione. Nello Musumeci è perentorio, e le sue parole, a proposito di Luigi Genovese, sono: “Non l’avrei candidato se fosse stato nel mio partito. Il coordinatore del suo partito, però, se ne è assunto la responsabilità”. E il diretto interessato, Gianfranco Miccichè, ribatte: “Luigi è un bravo ragazzo, sono certo che, a dispetto del momento durissimo, della sua giovane età e delle polemiche pretestuose degli avversari politici, saprà dimostrare, nelle sedi opportune e nei tempi della giustizia, la sua innocenza”. E Musumeci spiega meglio il concetto così: “Fosse mio figlio, io prenderei a calci chi dice che è impresentabile perché il padre è stato condannato in primo grado. Ha 21 anni, è uno studente di giurisprudenza ed è incensurato: per le leggi dello Stato è presentabilissimo. C’è la politica, che fa delle scelte. Serve una modifica della legge sulle candidature: un codice etico sottoscritto da tutte le forze politiche”. Poi, ancora in riferimento alla questione degli “impresentabili”, Nello Musumeci afferma: “Io mi indigno di coloro che si indignano. Da 70 anni le liste in Sicilia sono frequentate da personaggi chiacchierati. Sono indignato per il fatto che negli ultimi 70 anni nessuno abbia fatto caso agli impresentabili: in Sicilia ci sono sempre stati. E stavolta i casi sono anche meno del passato. Io ho lanciato per tempo l’allarme, già ad agosto. Altri candidati l’hanno fatto durante le precedenti elezioni? Occorre rivedere la normativa e lo faccio con la consapevolezza che in Sicilia c’è una nuova consapevolezza antimafia. I politici non vengono da Marte, ma li esprimono i cittadini, e la politica è specchio della società, ma qualche volta deve avere anche l’ambizione di esserne guida, non solo lo specchio”. Nel frattempo, in prossimità della formazione della squadra di governo, che forse le polemiche sugli “impresentabili” ritarderanno, Forza Italia ha scelto i suoi assessori. Oltre Gaetano Armao all’Economia e Marco Falcone alle Infrastrutture, gli altri due sono il docente universitario palermitano, Paolo Inglese, all’Agricoltura, e la messinese Bernadette Grasso agli Enti Locali. E’ invece ancora sotto riserva il quinto assessore spettante a Gianfranco Miccichè.