Vg 03 11 17
Il Comune di Agrigento ancora una volta si lancia a testa bassa verso il Governo regionale. La prima è stata nell’estate del 2016, quando il presidente della Regione e il suo assessore ai rifiuti hanno disposto che i rifiuti di Agrigento fossero conferiti non più a Siculiana ma nelle discariche della Sicilia orientale, a 300 chilometri di distanza, aggravando i costi a carico di Agrigento e costringendola allo stato di emergenza. L’Amministrazione Firetto annunciò di adire l’autorità giudiziaria. L’esito della vertenza è ancora atteso. Adesso la Giunta Comunale di Agrigento ipotizza il reato di omissione in atti d’ufficio nella gestione della pratica “Cattedrale e colle di Girgenti” che giace in uno degli uffici dei 16mila dipendenti della Regione pagati dai contribuenti siciliani, e intende preparare una diffida contro l’assessorato regionale al Territorio e Ambiente. Tecnicamente si tratta di un atto preliminare, perché alla diffida, se il diffidato non adempierà e persevererà nell’omissione, il Comune ricorrerà al Tar e sarà nominato un commissario in sostituzione dell’assessore che compierà i necessari atti d’ufficio anziché ometterli. Gli avvocati che lavorano nell’ufficio legale dell’ex convento di San Domenico sono in clausura a valutare se sì o se no a tale diffida proposta dal sindaco. E Calogero Firetto spiega: “Le responsabilità sono tutte in piedi: o entro i prossimi giorni il dipartimento regionale dell’Ambiente avvierà la procedura per la progettazione, o saremo costretti a presentare ricorso al Tar per la nomina di un commissario ad acta, e ad affidare un incarico ai legali del Comune per valutare eventuali omissioni d’atti d’ufficio. La misura è colma: sono trascorsi oltre 7 anni di inutili rimpalli e almeno 2 anni d’inconcepibile ritardo nell’avvio della progettazione. Se si fosse agito in tempo, oggi non ci sarebbe il pericolo per l’incolumità delle persone e non ci sarebbe la conta degli ulteriori danni ad un bene d’eccezionale valore”. Poi ancora Lillo Firetto rilancia l’appello alla partecipazione alla marcia cittadina per la causa della Cattedrale organizzata oggi dalla Comunità ecclesiale, e le sue parole sono: “Oggi siamo chiamati ad una marcia silenziosa per salvare la Cattedrale e un pezzo di storia della città. Invito tutti gli agrigentini a partecipare, tranne i mestatori che giocano a confondere le acque. Parteciperemo perché sin dal principio abbiamo seguito incessantemente l’assurdità di questo gioco al rimpiattino. Parteciperò alla marcia perché è proprio sul sindaco che oggi grava la responsabilità dell’incolumità delle persone. E soprattutto perché, dopo anni di tavoli, incontri, proclami, conferenze stampa, chi deve chiarire ciò che è chiaro da sempre dovrà farlo in fretta. Altrimenti ci deve spiegare come si può rimanere indifferenti tra le scartoffie dinanzi al progredire dei danni alla nostra Cattedrale e dinanzi al pericolo incombente per la popolazione”.