La sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo ha sequestrato due imprese dei figli dell’imprenditore del calcestruzzo, Andrea Impastato. Si tratta di Giuseppe e Stefano Impastato. I poliziotti hanno martellato i sigilli alla Unicem con sede a Montelepre e alla Adelkan ad Alcamo. E ciò nonostante Giuseppe e Stefano abbiano tentato di lavare le presunte “colpe del padre”: infatti loro, i figli, si sono finanche costituiti parte civile in giudizio contro alcuni esattori del racket delle estorsioni. E invece, secondo i magistrati impegnati nelle indagini, le due imprese gestite da Giuseppe e Stefano Impastato sarebbero la prosecuzione degli affari di famiglia, costituite utilizzando il patrimonio ritenuto illecito accumulato da Andrea Impastato, già presunto fedelissimo di Bernardo Provenzano e accolito con Totò il Barone, Salvatore Lo Piccolo. E infatti quando fu arrestato Provenzano, l’11 aprile del 2006, nel casolare in contrada Montagna dei Cavalli a Corleone fu scoperto, tra i tanti altri, un pizzino scritto da Salvatore Lo Piccolo che nel 2005, senza usare nè codici nè falsi nomi, così si rivolse a Provenzano: “Zio, la informo che, siccome in breve dovrebbe iniziare la metropolitana, volevo chiedere se le interessa qualche calcestruzzi da fare lavorare. Se c’è qualche calcestruzzi che le interessa me lo faccia sapere che la inserisco nel consorziato che sto facendo con Andrea Impastato”. La metropolitana all’epoca è stato l’appalto più ricco bandito a Palermo. Andrea Impastato è stato condannato per mafia, le sue imprese hanno subito il sequestro, e lui si è difeso al processo sostenendo di essere vittima dei mafiosi e non complice: e in Appello ha ottenuto uno sconto di pena come riconoscimento al suo dichiarato e manifestato ravvedimento. Poi la Prefettura di Palermo, alimentata da sospetti, ha firmato una informativa interdittiva antimafia per la Unicem a Montelepre, che è stata poi annullata dal Cga, il Consiglio di giustizia amministrativa. Oggi gli stessi sospetti sono stati recuperati e rilanciati dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, presieduta da Raffaele Malizia, che ha sequestrato Unicem e Adelkan.