La Sicilia al voto per le Regionali il 5 novembre e, dopo il deposito delle liste con nomi e simboli, tre degli otto candidati alla Presidenza della Regione Siciliana sono stati esclusi.
Oltre a Franco Busalacchi di “Noi siciliani”, l’ufficio elettorale presso la Corte d’Appello di Palermo ha respinto anche i listini regionali di altri due candidati a governatore: Piera Loiacono della lista civica ‘Per il lavoro’ e Pierluigi Reale di Casapound.
Dunque, in campo giocano la partita in cinque: Nello Musumeci per il centrodestra, Roberto La Rosa per gli indipendentisti di “Siciliani liberi”, Fabrizio Micari per il centrosinistra, Giancarlo Cancelleri per il Movimento 5 Stelle e Claudio Fava per la sinistra.
Nel frattempo, sia Franco Busalacchi, escluso perchè sarebbe stata contestata la validità di circa 1.300 delle oltre 1.800 firme raccolte dal movimento per presentare il listino del presidente, e sia il presidente uscente, Rosario Crocetta, escluso con la lista “Arcipelago Sicilia-Micari presidente” a Messina, dove il governatore era capolista, per un ritardo nella presentazione della documentazione completa, stanno chiedendo ricorso per essere reintrodotti in campagna elettorale.
In casa 5 Stelle, Giancarlo Cancelleri prosegue la campagna “alla conquista della Sicilia”. Nella lista degli assessori di Cancelleri, oltre all’ex sindaco di Licata, Angelo Cambiano, agli Enti Locali, si aggiunge il ragusano Salvo Corallo che, in caso di vittoria, avrebbe la delega alle Infrastrutture.
Intanto il candidato del centrodestra alla presidenza della Regione siciliana Nello Musumeci, durante una convention dei Popolari e Autonomisti, a Messina, ha invitato il deputato regionale Totò Cordaro ad entrare a far parte della sua eventuale giunta. L’invito è stato subito accolto con favore dal deputato regionale, che ha commentato: “Continua un impegno concreto per risollevare la Sicilia dalle macerie create da Crocetta e dal Partito Democratico. Ho avuto il piacere di lavorare fianco a fianco con Nello Musumeci e di condividerne un percorso in Commissione regionale Antimafia. Ed è anche in virtù di questa esperienza che per me sarà motivo di profondo orgoglio far parte del governo presieduto dall’amico Nello, ben consapevole del lavoro da fare ma convinto che con coerenza, competenza e concretezza si possano raggiungere grandi risultati”.
In casa centrosinistra Fabrizio Micari e la sua coalizione intendono porre la legalità al centro della loro azione politica con un nome di forte valenza simbolica, Franco La Torre, figlio di Pio La Torre, ucciso dalla mafia nel 1982, che ha affermato: “L’invito a entrare a far parte della squadra di governo è stato inatteso e travagliato, ma sposato immediatamente. Ho condiviso subito l’approccio, il metodo e la visione di Micari che va al di là della soluzione dei problemi quotidiani, certamente fondamentale, puntando sul lungo periodo: è una straordinaria occasione per ridare valore all’impegno politico”.