Ricordate il caso dell’acqua non potabile in Via dei Fiumi al Villaggio Mosè ad Agrigento? Quando Girgenti Acque ha disposto uno sconto sulle bollette idriche dei residenti nel periodo in cui non è stato possibile fornire acqua per uso potabile? Ebbene, adesso trasferite lo stesso principio del “pago meno perché ricevo meno” ai rifiuti, e vi sarà più facile comprendere una sentenza appena emessa dalla Cassazione. E le sentenze della Cassazione – badate bene – in Italia sono “giurisprudenza”, sono assimilabili a delle leggi vere e proprie, e sono quindi applicabili oltre il caso specifico per il quale sono state emesse. La sentenza in questione è stata emessa a favore di un albergo di Napoli, l’Hotel Britannique, a cui è stato negato lo sconto nella bolletta dei rifiuti nonostante la grave emergenza rifiuti nel 2008 lo avesse costretto ad altrettanto gravi disagi. La Cassazione ha inchiodato al muro il principio secondo cui l’utente del servizio ha sempre diritto allo sconto a prescindere se la responsabilità del disservizio sia addebitabile all’amministrazione comunale che pretende il pagamento oppure no. “Pago meno perché ricevo meno”. E la Cassazione ha sentenziato la riduzione della tassa sui rifiuti del 40 per cento per – testualmente – “i cittadini e le imprese che per l’emergenza rifiuti, indipendentemente dalla responsabilità o meno dell’amministrazione comunale, subiscono un disservizio grave e protratto nella raccolta dei rifiuti tale da aver fatto scattare l’allarme sanitario, anche quando l’emergenza avviene durante il commissariamento della raccolta rifiuti”. A Napoli nel 2012 è stata la Commissione Tributaria Regionale a negare la riduzione della tassa sui rifiuti all’Hotel Britannique per la “crisi dei cassonetti” del 2008, sostenendo che il Comune di Napoli non avesse colpa dei disservizi. Invece adesso la Cassazione ha ribaltato il tavolo della Commissione Tributaria Regionale campana e ha imposto il principio opposto. Se l’utente è penalizzato ha diritto alla riduzione del 40 per cento, qualunque sia stata la causa della sua pena. Utenti e avvocati dei cittadini e delle imprese utenti, scrivete il numero della sentenza della Cassazione di cui trattiamo: è la numero 22531 del 27 settembre 2017. Buon lavoro.