Nel giudizio contabile l’invito a dedurre della Corte dei Conti è simile all’avviso di conclusione delle indagini preliminari nel codice penale. Si comunica all’indagato – che innanzi alla Corte dei Conti è il presunto responsabile del danno all’Erario, quindi la cassa pubblica – che, a fronte delle contestazioni che gli sono mosse, lui, entro un termine di tempo, ha facoltà di difendersi opponendo repliche, documenti, e anche di essere ascoltato. Ebbene, la Corte dei Conti di Sicilia presume che il danno all’Erario ricorra nella gestione del servizio della raccolta differenziata al Comune di Palermo. E la Procura regionale presso la Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti ha notificato un “invito a dedurre”, tra gli altri, al presidente della Regione, Rosario Crocetta, e al suo predecessore, Raffaele Lombardo, e poi al sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e al suo predecessore, Diego Cammarata. Il danno all’Erario ipotizzato ammonta a circa 21 milioni di euro. L’inchiesta è il frutto, amaro, di un esposto-denuncia del Movimento 5 Stelle. Il dito accusatorio è puntato verso i costi in più sostenuti a causa del mancato raggiungimento dei livelli minimi di raccolta differenziata. E perché costi in più? Perché i rifiuti indifferenziati, anziché differenziati, sono stati conferiti in discarica, con spesa maggiore. Ecco perché la Procura della Corte dei Conti ha presentato il conto alla cassa. Dietro alla scrivania del pagamento del danno si è seduta la sostituto procuratore generale, Maria Concetta Carlotti, e dall’altra parte della scrivania sono attesi Leoluca Orlando per pagare oltre 6 milioni e 100mila euro, poi Rosario Crocetta per 4 milioni e 300mila euro, poi Raffaele Lombardo per quasi 2 milioni di euro, e poi Diego Cammarata per meno di 180mila euro. Insieme ai quattro, ha scoperto l’invito a dedurre nella cassetta postale anche l’ex dirigente generale del Dipartimento rifiuti, Marco Lupo, dal quale la Procura della Corte dei Conti pretende 1 milione e 100mila euro, poi gli ex assessori comunali all’Ambiente di Palermo, Michele Pergolizzi, per 180mila euro, Giuseppe Barbera, per quasi 3 milioni di euro, e Cesare Lapiana, per oltre 2 milioni di euro, e poi i due commissari delegati per l’emergenza rifiuti in Sicilia, Giuseppe Pirrone, per 944mila euro, e Pietro Lucchesi, per 940mila euro. Le indagini, che sono state sostenute dalla Guardia di Finanza, comprendono il periodo dal 2011 al 2014. E secondo quanto riscontrato dalle Fiamme Gialle, la percentuale di differenziata a Palermo dal 2011 al 2013 è stata del 9%, e nel 2014 dell’8%.