L’ipotesi di una morte in una notte d’estate, pubblicata ieri dal Videogiornale di Teleacras, si è rivelata fondata. Nicolò Conti è stato vittima di un malore, forse un infarto, in un canneto, in contrada Drasy, a sud-est di Agrigento. Il medico legale Cataldo Raffino, dell’Università di Catania, incaricato dalla sostituto procuratore, Simona Faga, ha eseguito l’autopsia. L’esito dell’esame, che si è protratto oltre due ore, emergerà prossimamente ma, secondo quanto trapelato dalla camera mortuaria, sul cadavere di Conti, scoperto peraltro in avanzato stato di decomposizione, non vi sono fratture né tracce di altre ferite. Pertanto, sarebbe confermata l’ipotesi del giovane che è in movimento con l’automobile, una di quelle “certe notti” in cui, come canta Ligabue, “la macchina dove ti porta lo decide lei”, che dopo la serata con gli amici è alla ricerca di un panoramico luogo di refrigerio, che si impantana con l’auto perché le ruote si incastrano in un fossato di cui lui non si accorge perché è buio, e poi lui è nel canneto poco distante, sconsolato perché il suo telefonino cellulare è a casa, e forse avrà pensato: “Adesso dormo, poi a mattina risolviamo”. E da contrada Drasy a contrada Burraiti tra Agrigento Villaggio Mosè in direzione Naro, al confine con Favara, al borgo La Loggia, dove martedì scorso è stato ucciso Salvatore Azzarello, 39 anni, di Palma di Montechiaro, sorpreso a lavoro, intorno a mezzogiorno, in un appezzamento di terreno nella zona. E a sparare contro l’agricoltore, impegnato anche nel movimento terra, sarebbero stati due killer, uno armato con una pistola calibro 9 e l’altro con un fucile calibro 12. Così sarebbe emerso, ancora non ufficialmente, dall’autopsia compiuta dallo stesso medico legale, il dottor Raffino, che consegnerà il referto entro 60 giorni, come secondo prassi giudiziaria. L’esame avrebbe rivelato il ferimento mortale sia da pistola che da fucile, ed ecco perché si deduce che gli autori dell’agguato siano stati due, imbraccianti ciascuno un’arma.