Nicolò Conti non sarebbe caduto nel canneto volutamente e nemmeno accidentalmente. Ecco perché gli investigatori della Squadra Mobile di Agrigento quotano sempre meno l’ipotesi del suicidio del trentenne o dell’incidente. Matura invece la terza eventualità, ossia che l’uomo sia stato colto da un malore improvviso, si sia accasciato e sia morto. L’automobile di Nicolò Conti, la Fiat Panda rossa, è stata in contrada Drasy almeno dal 3 agosto, quando è stata scoperta. Il mezzo è stato anche vandalizzato da alcuni migranti che sono sbarcati nella zona, come testimoniato da un video registrato dall’associazione ambientalista MareAmico di Claudio Lombardo. Il corpo senza vita di Conti è stato trovato il 23 agosto, ormai in avanzato stato di decomposizione, tanto che il morto è stato riconosciuto tramite gli indumenti addosso e altri oggetti personali. Si tratta di una circostanza che induce a ritenere che la morte risalga a tempo addietro, probabilmente ai primi di agosto, quando l’automobile ha frenato la sua marcia incastrandosi in un avvallamento del terreno. Da alcune fotografie e video pubblicati sulla pagina Facebook di Nicolò Conti emerge che, soprattutto adesso, d’estate, il giovane è stato solito intrattenersi con gli amici in cene, locali notturni e, di conseguenza, fuori di casa fino ad ora tarda, come tanta altra gioventù durante le vacanze. Forse poi, a notte fonda, Nicolò Conti si sarà mosso in automobile, così, senza meta, alla ricerca di refrigerio, verso il mare, al riparo dalla calura, magari intenzionato ad attendere l’alba, al rinfresco di una spiaggia, e che abbia scelto il tratto di Punta Bianca, Drasy, Zingarello, e che, al buio, le ruote posteriori della sua automobile si siano incastrate irrimediabilmente nell’avvallamento, e che sarebbe stato necessario l’indomani un carro-attrezzi per sollevare la Fiat Panda, e che lui si sia diretto a piedi verso il mare, attraversando il canneto, e che, dunque, in tale frangente e luogo, il malore lo abbia colto. Sono congetture e supposizioni su una morte in una notte di oltre mezza estate, che solo l’esito dell’autopsia sarà, o sarebbe, capace di risolvere.