A Licata Giacinto Marzullo, 52 anni, agricoltore e muratore, sposato e padre di due figli, è stato ucciso nelle campagne tra la spiaggia di Mollarella e la statale 115, come ha spiegato una telefonata anonima che ha segnalato una sparatoria al Commissariato di Polizia. Il cadavere riverso a terra è stato scoperto anche da altri agricoltori, a lavoro nella zona periferica della città, riservata all’agricoltura, in contrada Ritornella Margi, nell’appezzamento di terreno dello stesso Marzullo, coltivato a serre. Gli hanno sparato tanti colpi di pistola calibro 9, e i bossoli recuperati sarebbero parecchi. L’uomo è stato sorpreso e freddato, dopo essere stato probabilmente inseguito, nei pressi di un deposito di arnesi agricoli. Sarebbero 5 i colpi mortali a segno, alle gambe e al torace. Il soccorso di un’ambulanza del 118 si è rivelato inutile.Il delitto è al momento un rompicapo: Marzullo è incensurato, e non emerge alcun elemento investigativo utile a orientare le indagini, che brancolano nel buio. Si procede, come secondo manuale, all’interrogatorio di familiari, amici e colleghi di lavoro alla ricerca di un indizio, una circostanza più o meno rivelatrice. La Procura della Repubblica di Agrigento, tramite il magistrato di turno, ha disposto l’autopsia. Poi la salma sarà restituita alla famiglia per la celebrazione dei funerali. Licata attraversa un agosto infuocato, e non solo a causa della temperatura rovente. Il sindaco, Angelo Cambiano, è stato sfiduciato, e la città, tribolata dalle demolizioni degli immobili abusivi ordinate dalla Magistratura, attende l’insediamento di un commissario al Comune oggi senza timone. L’ultimo assassinio a Licata risale al 2 gennaio 2015, quando è stato ucciso Angelo Truisi, 24 anni. Ancora prima, il 7 maggio 2013 è stato ucciso l’imprenditore Giovanni Brunetto, 60 anni.