Non si attenua la tensione a Porto Empedocle a seguito dell’attivazione, nel centro storico, in via Genuardi, a ridosso della via Roma, di un centro d’accoglienza per migranti, nonostante le rassicurazioni istituzionali che la soglia di capienza tracciata dal ministero dell’Interno fosse stata già raggiunta e, dunque, non sarebbero state autorizzate altre strutture di accoglienza. E invece, alla vigilia di Ferragosto, 43 minori, appena sbarcati ad Augusta, sono stati dirottati a Porto Empedocle nel nuovo centro gestito dalla cooperativa “Il delfino”. Non sono mancati gli atti vandalici: un citofono è stato sradicato dalla parete dell’immobile, e alcune automobili dei dipendenti della cooperativa sarebbero state graffiate. Alcuni negozi nella zona hanno chiuso le saracinesche in segno di protesta, e hanno affisso dei manifesti in cui si legge: “I commercianti di Porto Empedocle protestano contro l’apertura del Centro d’accoglienza e invitano le Istituzioni a deliberare contro l’apertura di Centri d’accoglienza in tutta Porto Empedocle”. Anche la Chiesa empedoclina è intervenuta tramite l’Arciprete Leopoldo Argento, che ha affermato: “Vogliamo essere chiari sul fatto che la vita umana è sacra e che questi fratelli vanno aiutati. Noi siamo per l’accoglienza, ma di quella che permetta un reale inserimento nella comunità. Non basta aprire una casa per garantire la dignità di queste persone. Quindi o integriamo insegnando la lingua, offrendo magari un lavoro, oppure rischiamo che questa gente possa inserirsi in aspetti negativi della nostra società”.