Agrigento è ancora più giù nella classifica della “qualità della vita”. E perché? Perché il manager dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento, Salvatore Lucio Ficarra, ha disposto la chiusura domenicale del viale della cittadella sanitaria. Si tratta del prolungamento naturale della “passeggiata” del viale della Vittoria, che un tempo non lontano conduceva ai padiglioni dove sono stati ricoverati coloro che la “pensano diversamente”. Poi gli stessi padiglioni, al cui ingresso è stata mantenuta l’epigrafe “Qui non tutti lo sono e non tutti ci sono”, sono stati trasformati nelle sedi degli uffici dell’Azienda sanitaria, dove si lavora da lunedì a venerdì. Anche il sabato e la domenica gli uffici sono in funzione per eventuali necessità urgenti, ed è sempre attivo il servizio del “Day Hospital”. Infatti, all’ingresso, a fianco del cancello, ogni giorno è sempre presente un impiegato. Ebbene, ecco il dunque: alla domenica, alcuni agrigentini, non tanti per la verità, soprattutto gli “sportivi della domenica”, usano recarsi al viale dell’ex manicomio, a piedi, o correndo o in bicicletta. Il viale è alberato e percorrendolo poi fino in fondo, a perdifiato, ci si approssima alla Rupe Atenea, dove il panorama è da mozzafiato. Quale migliore pratica sanitaria per mantenersi in salute: ossigeno, sole, verde e movimento. Tutto ciò oggi è impedito. Il cancello alla domenica mattina è sbarrato. La cosiddetta “cittadella sanitaria”, che nel libro dei sogni agrigentini sarebbe stata la “cittadella universitaria”, è vietata agli agrigentini. La domanda sorge spontanea: perché il dottor Ficarra ha chiuso il viale la domenica mattina? Il dottor Ficarra risponderà che all’ospedale “San Giovanni di Dio”, in contrada Consolida, vi sarebbe del bivacco immotivato fino a notte, e quindi ha adottato il provvedimento radicale e senza distinzioni: chiudo tutto e basta, anche se la sana pratica sportiva al viale del manicomio la domenica mattina non c’entra nulla con il bivacco all’ospedale. Il dottor Ficarra risponderà che l’Azienda ha subito dei furti, perché più volte sono state scassinate le macchinette del caffè e delle merende. E’ vero, ma i furti sono stati compiuti nottetempo, e la sana pratica sportiva al viale del manicomio la domenica mattina non c’entra nulla con le ruberie delle monetine. Dottor Ficarra, gli sportivi agrigentini della domenica, anche le associazioni sportive che li rappresentano, le chiedono cortesemente la restituzione del viale del manicomio, meraviglia naturale della città di Agrigento. Perché sottrarlo alla città e ai cittadini già afflitti dalla mancanza di spazi verdi? Anche l’assessore all’Ambiente, Mimmo Fontana, adesso che è a conoscenza di quanto accaduto, probabilmente, e non dubitiamo, le rivolgerà la stessa preghiera. Dottor Ficarra, lei è prossimo a trasferirsi in altra sede. I manager aziendali, come i questori, i colonnelli, i prefetti, sono professionalmente dei vagabondi. Dottor Ficarra, lei ha governato bene, come certificato dalle Agenzie di settore. E allora non macchi la sua permanenza ad Agrigento: così come è stato sempre e da tanti anni, alla domenica raccomandi all’impiegato di mantenere aperto il cancello per coloro che intendono accedere a piedi, per camminare, correre o in bicicletta. Peraltro, è anche un percorso turistico, perché è l’unico non impervio che conduce alla vetta della Rupe Atenea. La città attende fiduciosa la restituzione della sua cittadella. E’ una questione di “qualità della vita”. E basta davvero poco per aumentarla o diminuirla: un cancello! Salvatore Lucio: in questo caso lei ha la leva del comando. La azioni, con buon senso.