Domenica prossima, 9 luglio, a Palermo, il Movimento 5 Stelle presenterà il candidato presidente della Regione, e verosimilmente sarà Giancarlo Cancelleri. Nel frattempo, è stato scremato il latte intero delle proposte di candidatura ad uno dei 70 posti all’Assemblea regionale nella lista del Movimento 5 Stelle. E dopo la scrematura i candidati in lista sono 62, rappresentativi di tutte le province della Sicilia. E gli agrigentini in gara sono il deputato uscente Matteo Mangiacavallo, e poi Giovanni Di Caro, Fabrizio La Gaipa, Salvatore Cinà, Maria Bellavia e Rosalba Cimino. Adesso, prima di domenica, sarà necessario un secondo turno di votazioni tra i candidati che hanno superato il primo turno per scegliere l’aspirante presidente. Ancora nel frattempo, in casa centrosinistra si è alla ricerca di un candidato che è stato battezzato virtualmente “simil Grasso”, ossia una personalità di elevato profilo, come lo sarebbe stato il presidente del Senato se avesse accettato la proposta del Partito Democratico. E si è compreso che Grasso avrebbe invece accolto l’offerta della candidatura a presidente della Regione Sicilia qualora si fossero anticipate le elezioni Politiche, sciogliendo il Parlamento prima della scadenza naturale della primavera del 2018. Infatti, Piero Grasso, alle insistenti domande sul perché no, ha risposto: “Non posso e non voglio dimettermi dal Senato anzitempo. Se rimane questo il quadro istituzionale non penso più ad alcuna candidatura”. Renzi e il proconsole in Sicilia, Davide Faraone, sono impegnati alla ricerca di una soluzione che mantenga unita la coalizione, da Leoluca Orlando ad Angelino Alfano, e che poggi le fondamenta sul “modello Palermo” risultato vittorioso a Palermo alle Amministrative. Ed è un compito arduo, tutto in salita, perché i moderati della ipotetica alleanza di centrosinistra, quindi i Centristi di Gianpiero D’Alia e Alternativa popolare di Angelino Alfano, sono almeno formalmente fuoriusciti dal governo Crocetta sostenuto dal Partito Democratico, e sono, oggi più che mai, in rotta con il Pd nazionale. E più radicalmente lo è Alternativa Popolare, che ribadisce: “Intendiamo proporre un programma e un nostro candidato”. E trapela che si tratterebbe dell’europarlamentare Giovanni La Via.