HomeCronacaAgrigento, una domenica al pronto soccorso

Agrigento, una domenica al pronto soccorso

Ad Agrigento, all’ospedale “San Giovanni di Dio”, sono ormai da tempo ricorrenti e quotidiani i disagi al pronto soccorso. Il personale, soprattutto medico, è carente, e ciò comporta tempi d’attesa estenuanti, tra pazienti bisognosi di cure costretti per ore tra i corridoi dell’ospedale prima della visita o di un esame specialistico. Tante volte i pazienti reduci, loro malgrado, dall’esperienza del transito al pronto soccorso di Agrigento, non hanno esitato a definire “un calvario” quanto loro accaduto. Ed è così anche per un cittadino di Porto Empedocle, che si è rivolto alla redazione di Teleacras per segnalare il caso del proprio suocero, di 91 anni di età, trasportato dal 118 al pronto soccorso di Agrigento a causa di uno stato di grave malessere. Lo stesso cittadino di Porto Empedocle racconta: “Siamo arrivati in ospedale ad Agrigento alle ore 10:30 di domenica scorsa. L’infermiere alle 10:38 assegna a mio suocero il codice giallo e lo affida al medico del pronto soccorso, che sospetta una reiterata ischemia cerebrale e dispone una tac. Ebbene, mio suocero è stato abbandonato febbricitante su una barella, nell’attesa dell’arrivo dell’esito degli esami, e, digiuno dal giorno precedente, ha incominciato a manifestare un grave e progressivo disorientamento. Verso le ore 13:30 ho chiesto una visita. Mi è stato risposto che, data la mole dei pazienti presenti al posto di primo soccorso, bisognava aspettare in quanto in reparto era di turno un solo medico. Dunque, soltanto un medico per soddisfare tutte le esigenze di urgenza dell’ospedale. Poi, tra altri esami, mio suocero è stato costretto a sostare al pronto soccorso, ricordo con un codice giallo e digiuno dal giorno precedente, in condizioni disumane, fino alle ore 23:45, ora in cui, finalmente, il medico del nuovo turno lavorativo, valutate le risultanze degli esami, decide di ricoverarlo. Immaginate la sorte dei pazienti in codice verde. Mi domando: è possibile che un cittadino che paga regolarmente le tasse debba essere trattato in questo modo? È possibile che a pagare debbano essere sempre e soltanto i più deboli? Chissà, forse sarebbe opportuno coinvolgere la Magistratura per degli approfondimenti”.

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