I posti in Sicilia per la scuola raddoppieranno il prossimo anno scolastico 2017 – 2018, tra immissioni in ruolo e trasferimenti. Nel frattempo, però, è difficile e improbabile il controesodo, ossia il rientro in Sicilia di migliaia di docenti siciliani assunti oltre lo Stretto di Messina con la riforma della “Buona scuola” del governo Renzi. Numeri alla mano, i tecnici del ministero dell’Istruzione hanno comunicato ai sindacati la ripartizione a livello regionale dei 15.100 posti che saranno stabilizzati dal prossimo primo settembre. E dei 15.100, il ministero ha deciso di destinare alla Sicilia poco meno di 1.800 posti, che si sommano ai 1.757 che si renderanno vacanti tra 3 mesi con i pensionamenti. Ecco perché aumentano le possibilità di assunzione, almeno il doppio, per coloro che attendono l’assunzione dalle graduatorie del concorso e dei precari. Però a raffreddare l’ottimismo verso il trasferimento in Sicilia sono i contratti nazionali firmati di recente: le oltre 3.500 cattedre siciliane, utili per assunzioni e trasferimenti, e anche per i passaggi di cattedra da una materia ad un’altra, o di ruolo, da un grado di scuola ad un altro, saranno divise in 3 quote differenti: il 60 per cento, oltre 2.100 posti, per le assunzioni, poi il 30 per cento, e sono mille posti, per i trasferimenti, e poi il 10 per cento, per poco più di 350 posti, per i passaggi. Dunque, in sintesi, hanno ragione ad entusiasmarsi coloro che sono prossimi ad essere assunti, e che si spartiranno in Sicilia quasi 1.600 posti comuni e 540 di sostegno. Gli altri 5mila assunti al centro e nel nord Italia, hanno invece a disposizione non più di mille posti: 790 comuni e 270 di sostegno. Peraltro, tra i docenti di sostegno, con le assegnazioni provvisorie, sono già rientrati in Sicilia circa 3.500 docenti che occupano quindi i 3.500 dei 4.600 posti in deroga assegnati alla Sicilia dai tribunali. Gli altri 1.100 posti sono occupati da docenti senza titolo. E gli altri docenti di sostegno con il titolo sono bloccati fuori Sicilia.