Il 4 luglio del 1990, il giorno della cosiddetta “seconda strage di mafia” a Porto Empedocle, due furono le vittime innocenti, Giuseppe Marnalo, 46 anni, e Stefano Volpe, 20 anni. Maria Concetta Vecchia, moglie di Giuseppe Marnalo e madre di 5 figli, e Giuseppe Volpe, padre di Stefano Volpe, tramite gli avvocati Angelo Farruggia ed Annalisa Russello, hanno sostenuto il processo innanzi al Tribunale di Agrigento che si è concluso nel 2012 con la condanna dei responsabili della strage, in solido con il Fondo di Solidarietà per le vittime innocenti della mafia, al risarcimento dei danni. Il Fondo di Solidarietà si è però opposto alla sentenza. Dunque, Maria Concetta Vecchia e Giuseppe Volpe, ancora difesi dagli avvocati Angelo Farruggia ed Annalisa Russello, insieme all’avvocato Carmelita Danile, hanno sostenuto un secondo giudizio innanzi al Tribunale di Palermo, che ha confermato la condanna del ministero dell’Interno, quindi il Fondo di Solidarietà, al pagamento dei danni, che ammontano a circa 1 milione di euro per ciascuna vittima.