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Palma di Montechiaro, l’ex sindaco Amato non si ricandida

L’ex sindaco di Palma di Montechiaro, Pasquale Amato, non si ricandida alle prossime Amministrative dell’11 giugno In proposito oggi al Videogiornale di Teleacras è in onda una intervista allo stesso Amato, che, nel frattempo, ha diffuso un ampio intervento. Ecco il testo integrale:
Buon giorno,
il Commissario sta demolendo i diritti, i servizi di questa comunità, ad uno ad uno: era prevedibile. Chi avrebbe avuto il coraggio di fare sul serio per recuperare dall’evasione? Significava e significa mettersi contro non solo ai cittadini comuni, ma anche contro ai propri amministratori, collaboratori e sostenitori!
Era prevedibile, perciò avevo chiesto alle persone perbene di offrire candidature per evitare che tutto ciò accadesse. Invece no, mi hanno girato anche loro le spalle e non sono riuscito a metter su una lista per assicurare continuità a una stagione di rigore, che non solo salvava il bilancio comunale, ma salvaguardava i diritti, i servizi nella nostra comunità, che da ora in avanti faranno fuori ad uno ad uno.
Pochi mi hanno mostrato la voglia di “VOLERE ESSERE CIÒ CHE NEL MONDO VORREMMO VEDERE”, numericamente non sufficienti comunque ad affrontare un impegno così gravoso.
Che mi voltassero le spalle i politicanti che non hanno ottenuto miei cedimenti per ottenere privilegi, vantaggi personali e clientelari in cambio di potere, lo posso capire, ci sta, siamo su questo piano avversari. Ma la gente comune, i contribuenti leali no! Perché ci avrebbero perso!
Ho resistito sino all’ultimo, preoccupato dal delinearsi all’orizzonte di proposte inaccettabili per guidare la città. Palma potrebbe passare da comunità individuata per le buone pratiche amministrative ed esaltata dall’accoglienza ai vertici nazionali dell’impegno organizzato contro la corruzione, la mafia, a città da affidare agli eredi o ai diretti protagonisti di cronaca del malaffare (richiesta di pizzo nei lavori del depuratore di qualche anno fa o vicenda Tuzzolino-sanatorie).
Un orizzonte minato da questioni delicatissime, gravissime, quale le demolizioni ed equilibrio finanziario, con un comune che potrebbe essere amministrato da soggetti che “saranno li per costruire e non per demolire”! Come faranno? O che abitano loro stessi in costruzioni abusive o da demolire. Come potranno essere garanti della costituzione e dell’esercizio della legalità. Palma potrebbe andare a finire nelle mani di chi intende detassare? e come assicurerà le entrate per equilibrare il bilancio? O soggetti che in primis loro hanno allacci idrici abusivi? Chi potrebbe in questa condizioni contrastare l’evasione?
Ma niente, non c’è nulla da fare: “vero è, l’unico che può affrontare questi problemi sei tu, ma niente la gente è ostinata, non ti vuole neanche sentire nominare, la gente vuole cambiare!”
Un comportamento che trova la metafora espressiva in quel professore che tratteggiava, in un post, il profilo dell’amministratore ideale e un’amica di Milano mi commentò “ma non sei tu?”. No, non ero io risposi, il personaggio indicato é “quello che dovrebbe essere e non è”, così quell’intellettuale avrá ancora legittimità, tempo e spazio per “fare il professore”.
Questa è la categoria che materializza l’immutabilità gattopardesca della nostra società, resa credibile dalla resistenza di tutti quei soggetti che non stanno male e tentano di mantenere un ruolo pubblico mediante l’autoconservazione.
È vero, ho ripristinato l’ordine a Malerba, negli arenili, nei manifesti da affiggere, ho ridotto gli abusivi dall’82% al 18% al mercato settimanale, mi sono fatto odiare da assessori a cui tagliavo, controllavo i preventivi degli uffici e li riducevo rendendoli “accettabili”, ho contrastato gli evasori fra “pseudo nobili” ed amministratori, ho preteso ordine e produttività negli uffici, …. Ditemi cosa ho fatto dì male?
Ritenete che si possono realizzare buone performance amministrative e stabilità finanziaria senza rigore?
Mi resta l’amarezza, non delle cattiverie ingiustamente dette e fatte nei miei confronti, ma nel non poter offrire, indicare ai cittadini che credono nelle regole, nella democrazia e ai più deboli, a chi prova indignazione a sentire etichettare la nostra comunità “mafiosa”, la nostra una terra di mafia, un’alternativa da scegliere per affidarle la guida della città. Non c’è un polo radicale di riferimento per chi vuol sperare. Non posso dire di votare il meno peggio perché il suo pedigree non è dei migliori, non ha esitato ad utilizzare infamia e delegittimazione per contrastare il lavoro della mia Amministrazione, come la cultura mafiosa più incrostata sa fare.
Non era mai capitato che ciò accadesse, inaccettabile, ma è l’amara realtà.
« Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fin tanto che non vengono trasformati in azioni.
SII IL CAMBIAMENTO CHE VUOI VEDERE NEL MONDO. »
(Cit. Mahatma Gandhi)
Buona giornata ed ora a lavoro per costruire il futuro.
Pasquale Amato

Redazione
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