Da una parte della barricata adesso vi sono i consiglieri comunali, e dall’altra i sindaci. In Sicilia si è scatenato uno scontro sull’articolo 2 della legge regionale numero 6 votata dall’Assemblea regionale lo scorso 29 marzo. I consiglieri comunali, che si sono riuniti nel coordinamento regionale intitolato “Vera Democrazia”, sostengono che, secondo l’interpretazione autentica della norma, che, peraltro, recepisce la normativa nazionale, anche il sindaco decade insieme al consiglio comunale quando i documenti contabili non sono approvati entro i termini. E l’effetto retroattivo dell’articolo 2 ha già provocato la decadenza di sette sindaci in Sicilia. E tanti sindaci siciliani hanno risposto all’appello dell’Anci, l’Associazione dei Comuni, e sono in mobilitazione contro il provvedimento. Al che, i consiglieri comunali hanno puntato il dito contro l’Anci e il suo presidente, Leoluca Orlando, reclamando che l’Anci non rappresenta solo i sindaci ma anche i consigli comunali. Nel frattempo, la prima sezione del Tar, il Tribunale amministrativo regionale, di Palermo ha accolto il ricorso di un sindaco decaduto e lo ha reintegrato nella carica. Si tratta del primo cittadino di San Piero Patti, in provincia di Messina, Ornella Trovato. I difensori della sindaca hanno sostenuto che la norma dell’articolo 2 della legge regionale 6 del 2017 viola i canoni, sanciti dalle leggi in materia, di ragionevolezza, proporzionalità, certezza del diritto, ed economicità dell’azione amministrativa. La camera di consiglio è in calendario il prossimo 18 maggio. Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, su proposta dell’assessore agli Enti Locali, Luisa Lantieri, ha firmato i decreti di decadenza di sette sindaci, tra San Piero Patti, Castiglione di Sicilia, Valdina, Monforte San Giorgio, Monterosso Almo, Calatafimi Segesta e Casteldaccia. E solo la sindaca di San Piero Patti, al momento, ha presentato ricorso al Tar impugnando la decadenza dalla sua carica. A difesa dei sindaci, l’Anci ribadisce: “Si tratta di una vicenda gravissima che rischia di coinvolgere la stragrande maggioranza dei comuni siciliani che ha approvato in ritardo i bilanci 2016 e non ha ancora potuto approvare il previsionale 2017 anche a causa della mancata approvazione del bilancio regionale e dell’assenza di dati sui trasferimenti regionali. E’ un provvedimento che sta determinando un gravissimo stravolgimento delle scelte democratiche dei cittadini.”