A Caltanissetta la Corte d’Assise, presieduta dal giudice Antonio Balsamo, ha sentenziato al quarto processo sulla strage di via D’Amelio, il “Borsellino Quater”, frutto delle dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza, che ha stravolto la narrazione storica e processuale dell’attentato, provocando la revisione del processo e la cancellazione di sette condanne all’ergastolo. Adesso il carcere a vita è stato inflitto ai boss Salvo Madonia e Vittorio Tutino, poi 10 anni di reclusione ciascuno a Francesco Andriotta e Calogero Pulci, che sono i falsi pentiti sbugiardati da Gaspare Spatuzza, che ha smentito anche il più celebre Vincenzo Scarantino, per il quale il reato è prescritto. Salvo Madonia sarebbe stato tra i mandanti della morte di Paolo Borsellino. Vittorio Tutino, invece, avrebbe partecipato alla fase esecutiva della strage. I tre falsi pentiti, Scarantino, Andriotta e Pulci sarebbero stati gli attori protagonisti del “depistaggio colossale”, come lo ha definito il magistrato Sergio Lari, che ha indotto i giudici fino alla Cassazione a costringere all’ergastolo, e alla detenzione per tanti anni, sette innocenti per i quali, appena l’attuale sentenza emessa a Caltanissetta sarà definitiva, sarà avviato il processo di revisione, già chiesto dalla Procura generale di Caltanissetta. A carico di Francesco Andriotta e Calogero Pulci, imputati di calunnia, la Procura nissena ha invocato la condanna a 14 anni di carcere. E la Procura avrebbe preteso che anche Vincenzo Scarantino fosse condannato, a 8 anni e 4 mesi, “perché – è stato spiegato in requisitoria – si sarebbe inventato di volta in volta bugie e falsità, accogliendo i suggerimenti degli investigatori e fornendo le risposte che si aspettavano per un tornaconto personale consistente nell’uscire dal carcere e avere dei benefici.” Poi però i giudici giudicanti hanno riconosciuto a Scarantino la circostanza attenuante di essere stato indotto a rendere le false accuse. E la concessione dell’attenuante ha determinato la prescrizione del reato. In riferimento a coloro che avrebbero indotto Scarantino a depistare le indagini, la Procura di Caltanissetta, dopo avere archiviato l’inchiesta a carico di Mario Bo, Vincenzo Ricciardi e Salvatore La Barbera, ha iscritto nel registro degli indagati altri sei poliziotti.