Il collaboratore della giustizia, l’architetto Giuseppe Tuzzolino, è stato ascoltato in aula, nella bunker del carcere “Petrusa” al processo in corso al Tribunale di Agrigento a carico di 25 imputati nell’ambito dell’inchiesta contro la cosiddetta “Cricca di Lampedusa”, ruotante intorno a presunti illeciti urbanistici e speculazioni edilizie nell’isola. Tuzzolino è stato già interrogato in una località segreta e ha raccontato di rapporti con la massoneria da parte di alcuni degli imputati e avvocati difensori. Il pubblico ministero, Salvatore Vella, ha ritenuto pertanto utile che Tuzzolino ribadisse le proprie dichiarazioni in dibattimento. E così è stato. Giuseppe Tuzzolino, già condannato, con pena patteggiata, nell’ambito di un’inchiesta su tangenti e concessioni urbanistiche al Comune di Palma di Montechiaro, ha raccontato del tentativo di esportare il modello corruttivo di Palma anche a Lampedusa, e di una presunta richiesta di tangenti da parte dell’ex sindaco di Lampedusa, Bernardo De Rubeis. E poi ha ribadito le appartenenze massoniche soprattutto di professionisti agrigentini, tra avvocati, medici, commercialisti, imprenditori, e di alcuni degli imputati.