Ad Agrigento, innanzi alla Questura, in occasione di una giornata nazionale di mobilitazione, ha appena manifestato il sindacato della Polizia di Stato, Silp Cgil, per modificare il testo di riforma, sotto esame del Parlamento, per il riordino interno delle carriere, e paventando il rischio sicurezza per i cittadini qualora perduri la condizione di disordine denunciata dai sindacati di categoria. Adesso un’altra sigla sindacale di peso, l’Ugl, annuncia una seconda iniziativa di protesta, ancora in ambito nazionale, venerdì prossimo, 10 marzo. Manifestazioni organizzate si svolgeranno innanzi alla sede del ministero dell’Interno a Roma, e poi nei pressi delle Questure e dei Dipartimenti di Polizia. La segreteria nazionale dell’Ugl spiega: “L’azione di contrasto e di proposta dell’Ugl Polizia si sposta dal tavolo sindacale alle piazze ed ai palazzi istituzionali, e durerà per mesi fino all’approvazione finale del decreto di riforma del settore. E, se non cambieranno le cose, anche dopo con l’organizzazione di ricorsi. Non lasceremo nulla di intentato per cambiare questo fallimentare progetto. Non ce lo saremmo mai aspettato, eppure, nonostante le risorse stanziate, il 10 marzo ci obbligano a scendere in piazza per fare entrare dentro i palazzi del potere la rabbia dei poliziotti che da anni aspettavano una vera riqualificazione e che, invece, si sono visti rapinare delle legittime aspettative restando vittime di fuoco amico. Faremo sentire il nostro malcontento, evidenziando anche le opportune proposte di modifica di una riforma che solo in parte ha accolto le richieste che abbiamo formulato con insistenza all’Amministrazione nel corso di tanti mesi di trattative. In questa ottica stiamo programmando una serie di iniziative che ci consentano di agire su più fronti per fare in modo che da qui a maggio, quando verosimilmente verrà emanato il decreto, gli aspetti del riordino che non condividiamo siano modificati. L’obiettivo di queste giornate di dissenso è lanciare un forte segnale all’Amministrazione ed alla classe politica per far loro comprendere quanto sia vasto il malcontento dei colleghi.”