E adesso spazio agli interventi delle parti in causa dopo la sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Sicilia che, accogliendo il ricorso degli avvocati Girolamo Rubino e Giulio Corso, ha sentenziato che ad Agrigento, in contrada Maddalusa, la villa dell’ex sindaco e senatore Calogero Sodano non è da demolire perché non sono state compiute opere abusive, e che Legambiente, Comune e Soprintendenza di Agrigento pagheranno le spese di giudizio e di riscontro tecnico. Lo stesso Calogero Sodano commenta: “Con sentenza irrevocabile il Consiglio di giustizia amministrativa ha sancito che la casa che mia suocera ha lasciato alla mia famiglia non è mai stata abusiva e che, anzi, il suo restauro, usando le parole del consulente e dei giudici amministrativi, è stato improntato al mantenimento dei caratteri essenziali desumibili da quel che restava del fabbricato originario rispettandone i caratteri propri. Si è così realizzato, come hanno accertato i giudici, il recupero di un’area che era degradata, nel rispetto della legge, dell’ambiente e del paesaggio. Tante parole e falsità si sono spese riguardo a questa casa che oggi sono state spazzate via da una sentenza chiara e finalmente rispettosa dei fatti, come la mia famiglia è stata rispettosa della legge e dei vincoli imposti a protezione della bellezza della nostra Città. Anche questa decisione ripaga di tante amarezze me e la mia famiglia e ringrazio i miei avvocati, il professor Corso e l’avvocato Rubino, nonché il professor Gangemi per lo straordinario risultato conseguito. Nonostante tutto, dopo 16 anni, è stata ristabilita una delle tante verità negate alla città di Agrigento” – conclude Calogero Sodano. E l’avvocato Giuseppe Arnone, autore dell’esposto – denuncia contro la villa della famiglia Sodano, già dirigente regionale di Legambiente, e già avvocato della parte civile Legambiente all’epoca del giudizio penale, ha diffuso alla stampa un ampio e articolato intervento e, in sintesi, trae le seguenti conclusioni: “La sentenza penale 633 del 2006, confermata dalla Cassazione nel 2010, ha disposto la demolizione dell’immobile perché totalmente abusivo, e il Giudice amministrativo non può disattendere in alcun modo una sentenza penale confermata dalla Cassazione. La villa dovrà dunque essere demolita perché lo ha disposto il Tribunale di Agrigento in modo irrevocabile.”