La prima notizia sullo sblocco della Formazione professionale in Sicilia e del relativo bando risale al giugno 2016. Poi, l’annuncio della possibilità di presentazione dei progetti formativi, e del conseguente avvio delle attività, è stato diffuso dall’assessorato regionale lo scorso gennaio. Ebbene, adesso, rituali intoppi e ritardi impediscono ancora il decollo dell’assetto formativo predisposto dall’assessore Bruno Marziano. Infatti, degli 8250 dipendenti degli Enti, almeno 4700 non hanno un lavoro. E gli occupati sono appena un migliaio. Peraltro, lo scorso 30 gennaio, a causa di scandali e inchieste in corso, è stato revocato l’accreditamento ad uno degli enti storicamente più capienti, l’Anfe. In proposito è attesa una decisione definitiva entro il mese di marzo, e sono in bilico circa 660 addetti ai lavori. Anche l’Avviso 8, ultima “chiamata d’imbarco” dell’assessorato, è tormentato dagli altrettanto rituali ricorsi contro la graduatoria. E la conseguenza inevitabile è che le lezioni non potranno iniziare prima di marzo, a meno di altri imprevisti. In tale ambito saranno impiegati circa 3700 lavoratori, per i quali poi insorgerà il problema, onnipresente, del pagamento. E l’assessore Bruno Marziano conferma e commenta: “È certo che la coperta è corta: in passato il sistema si reggeva su 480 milioni di euro. Adesso ce ne sono 136. Se l’Assemblea regionale ci autorizzerà a usare i fondi comunitari dell’Fse, il Fondo sociale europeo, diventeranno 167, ma saremmo comunque a un terzo di quanto sarà necessario.” L’ancora di salvataggio, come preventivato l’estate scorsa, dovrebbe essere l’esodo dei lavoratori in esubero tramite l’anticipo pensionistico che ha introdotto il Parlamento nazionale ma la trattativa con il Governo, così come accaduto per la proroga dei precari a fine anno, si è arenata a causa dell’esito del referendum costituzionale del 4 dicembre. E ciò ricorre nonostante il governo Gentiloni abbia confermato lo stesso ministro al Lavoro, Poletti, che domani, martedì, incontrerà sulla questione l’assessore Marziano, in missione a Roma alla ricerca di rimedi. Il traguardo è il prepensionamento di 2500 persone, “e se fosse accordato sarebbe una svolta”, come auspicano i sindacati di categoria.