E’ l’inchiesta cosiddetta “Giustizia privata”. Lo scorso 5 dicembre 2016 a Favara i Carabinieri della locale Tenenza, in collaborazione con i colleghi della Compagnia di Agrigento, hanno arrestato quattro indagati per l’omicidio preterintenzionale di Bennardo Chiapparo, 68 anni. Si tratta di Antonio Pirrera, 40 anni, Michele Sorce, 34 anni, Carmelo Pullara, 27 anni, e Giovanni Ruggeri, 42 anni. Pirrera è in carcere. Gli altri 3 sono ristretti ai domiciliari. Poi, il 16 dicembre, il Tribunale del Riesame ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare, ritenendo carenti i gravi indizi di colpevolezza, e ha restituito la libertà a Pirrera e Ruggeri. E così è stato poi anche per Sorce e Pullara. Adesso la Procura della Repubblica di Agrigento, tramite il magistrato indagante, Matteo Delpini, ha concluso le indagini, e ha notificato il relativo avviso, anticamera della richiesta di rinvio a giudizio, non solo ai primi quattro, Pirrera, Ruggeri, Sorce e Pullara, ma anche ad altri due indagati. Si tratta di Salvatore Pecoraro, 26 anni, e Gabriele Ceresi, 32 anni, anche loro di Favara. I due non rispondono dell’omicidio preterintenzionale di Chiapparo ma di avere tentato di depistare le indagini. Pecoraro con false dichiarazioni al pubblico ministero, perché avrebbe assistito a quanto accaduto ma avrebbe smentito dichiarando di non essere a conoscenza di nulla. E Ceresi, titolare di una tabaccheria, avrebbe invece negato di avere appreso dal figlio di Antonio Pirrera dello scontro con Chiapparo. Bennardo Chiapparo è morto il 10 febbraio 2016 all’ ospedale di Agrigento, dove il primo febbraio precedente è stato ricoverato con un grave trauma cranico provocato, come ha raccontato colui che lo ha accompagnato in ospedale, da una banale caduta. Le indagini sostenute dai Carabinieri e coordinate dal sostituto procuratore, Matteo Delpini, hanno invece scoperto che Bennardo Chiapparo sarebbe stato violentemente picchiato perché avrebbe sgridato per futili motivi il figlio minore di Antonino Pirrera, un bambino, perché avrebbe tirato dei calci ad una insegna pubblicitaria dell’autolavaggio dello stesso Bennardo Chiapparo. Quando il bambino è stato sgridato, è caduto a terra, subendo delle abrasioni alle ginocchia. Dunque, il padre avrebbe organizzato la spedizione punitiva contro Chiapparo, che sarebbe stato colpito con un pugno alla testa dallo stesso Pirrera, è caduto a terra sbattendo la testa, ed è poi morto per emorragia cerebrale non operabile. I figli di Chiapparo, intervenuti per difendere il padre, sarebbero stati anche loro aggrediti.