Tanti sono stati i progetti annunciati e poi non concretizzati da parte del governo regionale in carica, tra termovalorizzatori, aumento e potenziamento delle discariche pubbliche, e spedizioni di tonnellate di rifiuti oltre lo Stretto di Messina. E a fronte, invece, della costante condizione di stallo, l’ unica risorsa su cui si intensificano gli sforzi è la raccolta differenziata. La Sicilia è da sempre fanalino di coda in Italia in tale ambito, ma adesso si profilano dei segnali positivi, almeno secondo il presidente della Regione, Rosario Crocetta, che, presentando i dati sulla differenziata, non ha esitato a definirli “una svolta”, aggiungendo : “Siamo arrivati al 21 per cento, incrementando del 10 per cento in un anno. Molti sindaci stanno facendo un ottimo lavoro anche grazie al nostro impegno. Stiamo mettendo a regime il sistema, finalmente abbiamo impianti di trattamento dei rifiuti indifferenziati che vanno in discarica. E con la minaccia dei commissariamenti dei Comuni abbiamo incentivato la differenziata”. Meno ottimista, ma pur sempre in positivo, è il responsabile dell’ Ufficio speciale per la raccolta differenziata in Sicilia, Salvo Cocina, che riferisce di un aumento medio dell’ 1 per cento, e spiega : “Abbiamo puntato molto sul porta a porta. Ci sono delle province virtuose, come Caltanissetta e Trapani, e altre, invece, che sono molto indietro. I Comuni più virtuosi sono quelli piccoli, mentre in ritardo sono le grandi città. Palermo, ad esempio, è ferma al 13 per cento. Catania, Messina e Siracusa sono al 10-14 per cento. Dunque – ecco la logica conclusione di Cocina – se noi vogliamo arrivare ad elevate percentuali di differenziata dobbiamo lavorare sulle grandi città”. E poi, lo stesso dirigente regionale punta il dito contro i Comuni inadempienti, già sotto la minaccia del commissariamento, e ricorda che gli Enti locali che non praticano la raccolta differenziata danneggiano le casse pubbliche e quindi si tratta di un danno all’ Erario. E Cocina cita, tra l’altro, il caso del Comune di Catania dove una gara d’appalto è stata appena dichiarata illegittima perché nel bando sono stati introdotti bassi livelli percentuali di raccolta differenziata.