Le elezioni Politiche l’ 11 giugno, forse. Le Regionali in autunno, sì ma se le Politiche saranno nella primavera 2018 non è escluso un accorpamento. Le Primarie del centro destra per la scelta del candidato presidente della Regione il 4 aprile, almeno così trapela ma senza troppa convinzione. E i candidati, al momento, sono Nello Musumeci (Diventerà Bellissima), Angelo Attaguile (Lega-Salvini), Gaetano Armao (Movimenti Sicilianisti), e, forse, Salvo Pogliese (Forza Italia). E poi le Amministrative in 140 Comuni siciliani, compresa Palermo, e 11 Comuni agrigentini, Aragona, Bivona, Campobello di Licata, Casteltermini, Cattolica Eraclea, Comitini, Lampedusa e Linosa, Montallegro, Santa Margherita Belice, Sciacca e Villafranca Sicula. Ed è a Palermo che si infiamma la questione ormai sempre più ricorrente nelle campagne elettorali per l’elezione del sindaco : i candidati a rappresentare i cittadini disdegnano i simboli dei partiti perché avvertono che i cittadini disdegnano i partiti. E’ il “Dagli all’ untore” dei Promessi Sposi. Leoluca Orlando ha ribadito picche al simbolo del Partito Democratico e ha sollevato paletta rossa anche a liste civiche con il Nuovo centrodestra citando espressamente due nomi da lista nera, Francesco Cascio e Simona Vicari. E allo stesso modo Fabrizio Ferrandelli si è comportato verso l’ innamoramento di Forza Italia, e Gianfranco Miccichè gli ha replicato che Forza Italia è orgogliosa dei propri simboli e identità, e non vi rinuncerà. Invece, il segretario regionale del Partito Democratico, Fausto Raciti, a fronte della rigidità di Orlando, ha prenotato un volo Palermo – Roma. E investirà il partito nazionale del problema palermitano la cui soluzione, qualunque essa sia, sarà funzionale anche alla campagna elettorale per le Regionali. Già la segreteria provinciale del Pd di Palermo ha incontrato a Roma il numero 2 dopo Renzi, Lorenzo Guerini, rientrando però in Sicilia più o meno a mani vuote. Adesso è Raciti che si intesta la marcia su Roma, sponsorizzato dal Sottosegretario alla Sanità, Davide Faraone, che non intende rinunciare all’ accordo con Orlando. Qualora ciò non fosse possibile, il Partito Democratico sarebbe in difficoltà oggettiva ad indicare un proprio candidato in alternativa. Ed ecco perché la trattativa con il sindaco prosegue, nonostante i margini per accordarsi si siano ridotti al minimo.